di Umberto Simonelli
Tra gli sparidi di media taglia la tanuta o meglio lo Spondyliosoma Cantharus è uno dei pesci più divertenti da pescare in assoluto.
Per insidiarlo a bolentino bisogna mettere in campo non poche astuzie e sapere bene con chi si ha a che fare.
La tanuta, schianto, cantaro o come lo volete chiamare è un pesce molto vorace, ma tutt’altro che facile da ingannare.
Colonizza punti di mare specifici fino alla profondità dei 100 metri ed oltre .
Combattiva oltre ogni immaginazione e soprattutto capace di raggiungere taglie di tutto rispetto la nostra tanuta è un pesce impegnativo che può dare molto filo da torcere…..
Dove trovarle
Fondali rocciosi e aree miste sono il loro regno. Lo sanno bene i trainisti che si vedono dilaniati calamari e seppie senza possibilità di appello
Le zone rocciose isolate, le pareti ripide di una secca, le distese di fondale misto, di roccia bassa e posidonia, con ampie radure di sabbia e coralligeno sono il regno delle tanute.
Generalmente frequentano gli stessi areali, frequentati dai predatori di pregio come i dentici e le ricciole.
Ben lo sanno gli appassionati di traina con il vivo, che usano i cefalopodi come esca, che spessissimo se le ritrovano devastate ed inutilizzabili, per gli attacchi frenetici e voraci di questi pesci.
Le possiamo trovare sul fondo o in quota ma sempre in più di un esemplare.
Due tecniche per un pesce
La pasturazione è fondamentale in questa tecnica ed il pasturatore a gabbia è insostituibile per un brumeggio sia in quota che a fondo
Proprio l’abitudine a collocarsi sia sul fondo, che sulle pareti scoscese o a mezz’acqua in prossimità di punti precisi del fondale, ci porta a poterle insidiare con due tecniche specifiche.
Parliamo del bolentino, che ci consentirà di cercarle quando le individueremo a ridosso del fondo e o delle rocce, quanto la loro attività alimentare sarà rivolta alla microfauna bentonica.
Quando invece orbiteranno in quota e saranno attratte dalle prede di passo sarà il momento di insidiarle a light drifting, attirandole sulla scia di una buona pasturazione.
Anche un trita sardine elettrico, soprattutto in drifting è una soluzione molto efficace, garantendo una pasturazione omogenea e continua
Chi ben si attrezza
Le tanute sono prede molto forti in assoluto e quando raggiungono taglie importanti, possono superare di gran lunga il kilo con estrema facilità e raggiungere lunghezze di cinquanta centimetri.
La reazione di un pesce del genere allamato, è infernale e per averne ragione non ci si può avvalere di attrezzature improvvisate.
Volendo dedicarsi al drifting, insidiando i pesci in quota, si può ricorrere a canne da trainetta leggera, da 4/6 libre , con piccoli rotanti, o a canne da spinning, con potenza di casting tra i 40 e i 60 gr e un mulo taglia 6000.
Useremo in bobina,per entrambe del nylon del 26 o del 28.
Altra storia se pescheremo a bolentino dove dovremo per forza usare canne specifiche, che consentano di pescare anche su fondali impegnativi, spesso oltre i 100 mt.
Le canne dovranno avere cimini in grado di sostenere 250 gr di piombo , lunghe dai 3,5 ai 5 metri ed equipaggiate da un mulo a bobina fissa almeno taglia 7000.
Pescando profondi è possibile usare sia del nylon dello 0,33 , che un multi da 0,16.
In questo caso sarà bene montare come shock adsorber una decina di metri di nylon tra lo 0,33 e lo 0,43
I terminali
Terminale da bolentino
Terminale da drifting
Gli schemi parlano meglio di ogni descrizione.
Nel caso del drifting la semplicità è assoluta.
Mentre nel terminale da bolentino c’è da fare qualche piccola precisazione.
Riguardo l lunghezza dei braccioli c’è da specificare che questi saranno tanto più corti quanto più forte sarà la corrente e viceversa.
Un’altra astuzia da tenere presente è quella di del bracciolo con del filo di sezione maggiore per offrire maggiore tenuta ai denti del pesce, che sono particolarmente affilati.
Nella costruzione del calamento è bene usare degli snodi che garantiscano la massima fluidità.
Oltre alla soluzione classica e laboriosa della “perlina-girella-perlina”, può essere vantaggioso usare le perline a quatto fori.
Le esche
Il calamaro tagliato in striscette e poi battuto può essere un’esca micidiale e non solo per le tanute
In drifting l’esca principe è la sarda ideale tanto per pasturare quanto come innesco, tanto a tocchetti che a filetti.
Può essere usato con successo, anche l’occhio di canna , un piccolo cefalopode privo di “osso” interno, molto gradito ai pesci e soprattutto tenace all’amo.
Il cappellotto
La pasturazione è determinante ed oltre al pasturatore a gabbia o al Sardamatic si può ricorrere ai sacchi di sarda macinata.
Se però vogliamo dare alla pasturazione una marccia in più e abbiamo voglia di sporcarci le mani dovremo aggiungere alle sarde macinate, cozze, pane raffermo addizionato di sabbia o ghiaia per appesantirla e facilitare l’affondamento delle “palle” che confezioneremo.