Bolentino Magazine

Febbre rosa: fragolini invernali

di Michele Prezioso

Una tra le specie più ambite dai pescatori di bolentino è il pagello e dai primi freddi di novembre ai primi tepori di maggio, tutti  sono in cerca del fragolino.

Allora andiamo ad analizzare le attrezzature, i terminali le esche ed i fondali che ospitano questo sparide.

Partiamo dall’attrezzatura

La canna più usata, in genere è una 4 m, con azione di punta progressiva con cimini intercambiabili adatti per zavorre dai 20 ai 150 gr a secondo della corrente e della profondità.

Le canne migliori sono sicuramente quelle a catalogo Tubertini, Shimano, Artico e Daiwa.

Per mulinelli sceglieremo modelli dal 4000 al 7000, a patto che abbiano una bobina capiente e una   frizione degna di tale nome.

Il consiglio è quello di scegliere modelli con rapporto recupero 5 :1, ottimi i Rioby, gli Stradic e i Tica.

Il filo che consigliamo è un nylon di qualità  dello 0, 25 per fondali fino a 40 m oppure un altrettanto buon multifibre non più grande dello 0, 14 per fondali fino a 120 m .

Gli ami saranno di tipo aberdeen a occhiello per gli inneschi voluminosi di anellidi e striscioline di calamaro; a becco d’ aquila con curva larga se gli inneschi saranno composti da paguri e bivalvi in genere.

Oltre che bello il fragolino è una cattura divertente e molto apprezzata in tavola

Posto che vai esca che .. funziona

Ricordiamoci sempre, che in ogni luogo le esche avranno il loro indice di gradimento; nel golfo di napoli, ad esempio, se il fondale è adiacente le basi di una secca che degrada nel fango, le cozze ed i paguri la fanno da padrone, mentre se si pesca nel fango a profondità elevate gli anellidi e i cannolicchi saranno l’esca vincente.

Ma tutto ciò non rappresenta una regola fissa valida per ogni zona;  perché se già passiamo nel Salento, l’esca regina sarà composta da gamberetti di paranza freschi, innescati con il guscio e il calamaro tagliato a striscioline e battuto.

Addirittura se ci spostiamo nel Cilento le esche cambieranno ancora, i gamberi saranno gli stessi ma funzioneranno meglio sgusciati e i cappellotti saranno i più richiesti dai nostri pinnuti.

 Nel basso Lazio, anellidi e paguri ritornano ad essere i più gettonati.

Teniamo conto anche del detto esca grande pesce grande; infatti nella maggior parte dei casi innescare un esca viva e massiccia come il paguro o il gambero vivo, su un amo del 4  abardeen o un 6 a becco d’ aquila, ci eviterà  sicuramente di allamare pagellini da 100 grammi e perchie,  che nelle fasi iniziali della pescata, saranno i primi ad essere richiamati dalla nostra pastura e dalle nostre esche.

Pasturando

La pasturazione riveste sempre un valore importante e si può fare agevolmente fino a 70 mt, magari con l’ausilio di un pasturatore a sganci od un pasturatore a siringa.

Pasturare sul fondo è importantissimo

La ricetta magica che sedurrà i pesci sarà realizzata con cozze schiacciate, gusci frantumati di paguri e sarde a tocchetti, se useremo pasturatori a sgancio.

Nel caso di pasturatori a siringa useremo i medesimi ingredienti ma  impastati con della sabbia che amalgamerà il tutto.

 I terminali

La terminalistica è davvero molto varia, spaziando dalle soluzioni commerciali già pronte fino a soluzioni più specifiche da costruire

.Tra queste ultime la più classica è quella con un trave mono-amo, montato sotto un piombo a pera scorrevole, con una  di lunghezza che andrà dai 30cm al metro.

Questo assetto deve pescare rigorosamente attaccato al fondo.

Il terminale di base più semplice da realizzare, ma anche molto efficace

Quando il fondale cresce anche fino ai 120 metri, opteremo per terminali a 2 o a tre ami, con piombo finale.

Quando la profondità cresce una montatura a tre/due ami può essere risolutiva: trave dello 0,35 e braccioli in FC dello 0,28 – lunghi 25/30 cm

Con poca corrente rimarremo facilmente in pesca con piombi da 150 gr, mentre in presenza di forte corrente, con pesci importanti molto prossimi al fondo ,si potrà costruire un terminale a forchetta posto sotto il piombo

Terminale a forchetta

 Con i terminali multi amo innescheremo in prima battuta esche diverse tra loro, per capire il gradimento dei pesci per poi uniformarle e tentare anche catture multiple

Nelle situazioni di corrente è bene pescare ad archetto aperto, concedendo sempre un pò di filo alla volta per far si che le nostre esche possano sempre stare adagiate sul fondo.