Leggero ma non troppo: i galleggianti
Di Michele Prezioso
I galleggianti sono un elemento fondamentale del complesso pescante. Al galleggiante sono affidate funzioni importantissime che non si limitano solo alla sospensione dell’esca o alla segnalazione delle tocche, ma contribuiscono a dare all’esca stessa l’assetto ideale per entrare in pesca.
Al galleggiante, inoltre, si affida la possibilità di pescare sia in acque ferme e tranquille che in quelle molto agitate, il tutto semplicemente cambiandone la forma ed il peso. Insomma, il “tappo” (come molti lo chiamano per la sua attitudine a galleggiare e per essere stato, nel passato, costruito con il sughero) è un vero strumento di pesca. Chiariamo, per i meno esperti i concetti di base.
Il galleggiante ha un fascino tutto suo, che ci ipnotizza aspettando di vederlo scomparire …
L’anatomia
Tutti i galleggianti sono realizzati secondo uno schema ben preciso. Tutti, come vediamo in foto, posseggono gli stessi elementi costituitivi. Quel che fa la differenza tra i vari modelli, oltre ai materiali di costruzione, sono forma e peso.
I galleggianti sono proposti in una miriade di soluzioni: un mondo in cui è facile perdersi ..
Hanno capacità di affondare o sostenere il peso della lenza e di avere assetti in acqua specifici per ogni situazione, di mare vento e pesca. La sostanziale differenza sta nei materiali di costruzione delle parti fondamentali come l’antenna e la deriva: materiali diversi, con pesi diversi. Potremo avere antenne in carbonio, in plastica e in misto plastica-carbonio. Così anche le derive potranno essere in carbonio, metallo e tonchino (una particolare canna lacustre che nasce appunto nel Golfo del Tonchino in Vietnam). Lunghezza dell’antenna e della deriva, con le relative variazioni di peso e attrito in acqua, insieme alla forma conferiscono al galleggiante caratteristiche specifiche.
La goccia: un killer per cefali e saraghi
Forma e sostanza
Potremmo dividere genericamente i galleggianti in tre grandi famiglie. Quelli a forma sottile, meno panciuti, dal profilo sfinato, quelli a goccia e a pera rovesciata. Ogni forma, come dicevamo, si presta ad usi specifici. Quella a profilo sottile sarà il nostro compagno ideale di pesca nei porti, con acque calme, per insidiare le spigole con il bigattino od il gambero con piombature mai superiori al grammo e con lenze con piombature aperte e scalate in un paio di metri, per rendere l’inganno il più light possibile.
Quando la corrente è pressoché nulla entrano in gioco i galleggianti sottili
Il galleggiante a goccia ci servirà per ingannare i cefali e i saraghi dalle scogliere con poca corrente, con grammature fino a tre grammi, con piombature secche e chiuse tra i 3 e 5 cm per avere un esca ferma e vicina al fondo.
La forma ideale per insidiare silenziosamente le spigole di notte
Infine quello a pera rovesciata, dall’aspetto fortemente conico, sarà indispensabile durante le mareggiate serie per trattenere le nostre esche nelle onde con piombature scalate ma starate; ovvero, per un galleggiante da 3 grammi piomberemo la lenza non oltre i 2 grammi di piombo per tenere meglio il galleggiante nelle onde.
Quando il gioco si fa duro … i duri dominano il mare mosso!
Criteri di scelta
Se la scelta della forma del galleggiante è principalmente dovuta alla forza della corrente e alla profondità di pesca, un altro criterio di valutazione molto importante è rappresentato dalle esche. Per il bigattino, il gambero ed il coreano useremo quasi sempre galleggianti sensibili e filiformi. Per la pastella, il pane e anellidi importanti useremo la goccia. Se il mare sarà mosso, invece, la scelta, a prescindere dalle esche, cadrà sempre sulla pera rovesciata..