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L’oloturia diventa specie protetta: vietato il prelievo fino a dicembre 2019

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L’oloturia diventa una specie protetta

di Umberto Simonelli

L’oloturia, da tutti conosciuta come “cetriolo di mare”, sarà specie protetta. Con decreto legge n.156 del 27/02/2018  ne è stato vietato, infatti, il prelievo, la detenzione e lo  sbarco sia a titolo professionale che ricreativo.

L’oloturia è un echinoderma, parente strettissimo delle stelle di mare e dei ricci, che noi pescatori conosciamo molto bene, essendo, opportunamente trattata e lavorata, un’esca straordinaria per la pesca dell’orata e non solo.

Quindi, con l’entrata in vigore del d.l. sarà vietato pescarla e dovremo fare attenzione a non infrangere questa nuova norma, pena multe piuttosto salate.

L’oloturia, pur non essendo a rischio di estinzione, è stata fatta oggetto di questo provvedimento di protezione a titolo cautelativo. Infatti, negli ultimi tempi si è registrato, anche nelle nostre acque, un prelievo ingente e non regolamentato di questo echinoderma, causa il forte apprezzamento che riscuote nella cucina orientale. Considerando il trend di pesca fino ad oggi registrato,  le previsioni dimostrano che  ben presto lo stock sarebbe andato in sofferenza.

Pertanto è stato reso obbligatorio lo stop alla pesca almeno fino a tutto dicembre 2019

L’importanza che l’oloturia riveste nel complesso ecosistema bentonico è enorme. Infatti, nutrendosi del materiale depositato sul fondo, dal quale ricava i nutrienti per il suo sostentamento, esercita azioni molto importanti, dall’ossigenazione del substrato, fino ad una vera e propria concimazione dei fondali: una attività preziosa, molto simile a quella dei lombrichi per la terra.

Il mare è un sistema complesso il cui equilibrio è regolato da meccanismi straordinari e di difficile immaginazione ai non addetti ai lavori; questo provvedimento di protezione è importante e mostra una  attenzione da parte del Ministero  delle Politiche Agricole  Alimentari e Forestali, che chi ama il mare, come noi pescatori, non può che apprezzare. Ci aspetteremmo che queste iniziative si estendessero anche ad altri settori della pesca, soprattutto professionale, in cui sono urgenti nuove regolamentazioni a tutela di molte specie ittiche sovrasfruttate.

Per noi pescatori il sacrificio di cambiare esca per le nostre lenze sarà ben poca cosa, rispetto al benessere del nostro mare.