Bolentino Magazine

Tecniche dalla barca: la pesca in caduta, semplice e redditizia

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Pesca in ….. caduta: una pesca semplice e redditizia

Di Michele Prezioso

Tra le tante tecniche di pesca che si possono svolgere dalla barca, ce ne sono alcune semplici e  poco impegnative che possono essere praticate anche con la famiglia a bordo.

Nelle ore del tardo pomeriggio prossime al calasole, durante le quali la temperatura si abbassa, il vento cala, molte barche sono rientrate ed è gradevole  godersi la calma in barca, è possibile organizzare delle divertentissime pescate all’insegna di bellissime  prede e di grande divertimento.

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Assetto smart

Non c’è niente di straordinario  nell’assetto per questa pesca. Ci servono poche cose, come una piccola canna da spinning leggera o una da barca generica, le cui uniche caratteristiche dovranno essere una lunghezza di alemeno tre metri e una gran flessibilità, con mulinello adeguato, tipo un 3000 caricato con dello 0,22. Qualche piombino da 2 grammi, una manciata di acciughe e un sacco di pastura completeranno il necessario.

Dove

Andrà bene ancorarsi su un fondale medio, tra i 15 ed i 30 metri, dove peraltro le manovre saranno semplici e poco impegnative, con un’ancora adatta; ottime quelle con le marre pieghevoli anti incaglio, ideali per il fondale misto.  L’ideale è individuare un punto a ridosso della costa dove il fondale degradi velocemente, perché in questi punti convergeranno tanto i pesci classici del sottoscosta che i pelagici in caccia.

In azione

Caleremo in prima battuta la pastura in sacchetto, preventivamente modificata. Infatti è molto conveniente per una pesca ad ampio spettro far sì che il brumeggio lavori non solo come richiamo odoroso ma anche visivo.

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Le occhiate sono le prede più classiche di questa pesca

Quindi aggiungeremo del pane avanzato che, bagnandosi, formerà una bella nuvola e della sabbia (che potremo prendere sulla spiaggia) che funga da vettore per trascinare con sè particelle di pastura anche sul fondo. Poi potrete inventarvi anche di lanciare delle palle realizzate con la pastura pronta se ne avete a bordo. Insomma, l’importante è esercitare una buona azione di richiamo. Basterà poi appendere il sacco fuori bordo ad una bitta, appesantito con un piombo, per farlo stazionare tra gli 8 e i 10 mt.

Pronti … via

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 Due canne, una manciata di esca ed il divertimento è assicurato

 Prepareremo le 2 canne, montando sulla madre un terminalino dello 0.18 unito con una girellina del 12, lunghi un paio di metri ciascuno. Importante usare ami di qualità, ben affilati; sono consigliati quelli a gambo corto e becco d’aquila, tipo i Tubertini serie 10 del 4, del 6 e dell’8 o i serie 533 della Mustad, grandezza 4 e 6. Una lenza sarà piombata con uno o più pallini per un totale di 2 grammi  e l’altra sarà dritta senza zavorra. Lasceremo pescare le due canne ad archetto aperto, una in corrente e l’altra sul fondo. Così composte, le insidie seguiranno la scia di pastura e si posizioneranno in modo naturale nel bel mezzo della scia di odori. Dovremo fare in modo di non far arrivare la lenza piombata proprio sul fondo, ma far si che lo sfiori sospesa nella corrente; in questo modo ridurremo le aggressioni dei disturbatori.

Le esche

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 Lo abbiamo detto prima: una manciata di alici il più fresche possibile, ovviamente! ma andrà bene anche se le avremo leggermente salate in precedenza per mantenerne la compattezza senza rovinarsi. Basterà sciacquarle per averle perfette per pescare. La dimensione dell’esca sarà importante, quindi facciamo attenzione a che pesci ci siano. Useremo piccoli tranci se ci saranno in mangianza anche menole e boghe, per avere bocconi che durino e consentano di abboccare a pesci più importanti; diversamente, se i piccoli pesci non ci sono, useremo l’alice sfilettata.

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Se i pesci collaborano, in poco tempo è possibile assicurarsi un carniere di tutto rispetto

Piccoli trucchi

Per rendere più attrattiva l’azione di brumeggio, è bene lanciare qualche pezzo più grande o addirittura una alice intera ogni tanto, ma con grande parsimonia. Un’altra azione veramente efficace è quella di lanciare ogni tanto,  a ventaglio, delle belle manciate di piccoli sassi. (ideali quelli del sottoriva). Il richiamo visivo e uditivo che se ne ricava attira i pesci che lo individuano come quello prodotto dalla frenesia di una mangianza.

 Il carniere

Dire cosa si può pescare con questa tecnica è imbarazzante, perché la risposta esatta è “di tutto” … le occhiate saranno le prime, poi i saraghi, le tanute, i prai,  i sugheri, gli sgombri fino alle palamite. Quel che è certo è che c’è da divertirsi un mondo. Rilasceremo i pesci meno interessanti e tratterremo quelli di taglia. Ne ricaveremo una cena molto ricca e tra divertimento e gusto vi garantisco che il vostro equipaggio vi chiederà di andare a pesca “in caduta” molto spesso !