Di Michele Prezioso
E’ convinzione comune che la pesca al dentice possa essere fatta solo con l’uso dei cefalopodi, per cui, se non si hanno a disposizione seppie e calamari, si dà per scontato che i risultati saranno rari o addirittura impossibili
Se ci siamo fatti l’idea che i nostri sparidi dentuti banchettino solo a suon di seppie e calamari, allora le nostre convinzioni riguardo questi pesci andranno radicalmente riviste.
Aver provato innescando piccoli o grandi pesci senza aver avuto risultati non certifica che queste non funzionano, perché pescare con questa tipologia di esche vive vuol dire non solo saper individuare quelle migliori ma, soprattutto, come pescarci.
Perché diversamente porteremo solo pesci al guinzaglio.
Pesci onnivori
In una discussione tra pescatori, abbiamo paragonato i dentici ai cinghiali: chi conosce questi suini selvatici non avrà difficoltà a ritrovarvi molte similitudini.
Sicuramente, alcune delle caratteristiche che accomunano il dentice al forte cinghiale sono il carattere schivo e la dieta, perché anche questi pesci si adattano a cibarsi di tantissime cose, dalle spoglie di altri pesci morti ai piccoli pesci, ai piccoli crostacei fino a comportarsi come predatori pelagici.
Diciamo che il dentice è un esemplare che non va per il sottile, di bocca buona e, soprattutto, di grande opportunismo alimentare.
Certo, un bel calamaro distratto o una seppiolina poco avveduta siamo sicuri che avrebbero vita breve al cospetto di un dentice affamato. Ma la sua natura predatoria ed il fisico, che gli consente agguati velocissimi, lo rendono veramente temibile nei confronti della minutaglia.
Oltretutto, in anni di pesca, non ricordiamo di aver mai trovato nella pancia di un dentuto cose diverse da piccoli pesci, ma piccoli davvero.
I cefalopodi sono un boccone energetico irrinunciabile che nessuno si fa scappare, ma un dentice di certo arriva al suo bel peso nutrendosi più di pesci che di gommosi.
Ecco cosa ha rigettato un dentice appena salpato. Segno inequivocabile della dieta standard di questi grandi predatori
Parliamo di esche
Abbiamo avuto modo, nel corso degli anni, anche grazie ad una intensa attività subacquea, di osservare più volte i dentici in fase di predazione e, pescando, di avere un quadro preciso dei pesci più graditi al predone, sicuramente pesci molto umili, pesci che vivono attaccati al fondo o pesci di branco che amano vivere intorno agli scogli.
Una menola innescata con un amo circle, nei fori nasali
Non tutti i pesci sono proprio l’ideale per la traina, non davvero per la loro appetibilità ma per l’adattabilità alla tecnica, in considerazione del fatto di non essere grandi nuotatori.
Eppure, le piccole esche hanno più di una volta sedotto pesci anche di grandi dimensioni. Si possono trainare sia singolarmente che in tandem, quest’ultima soluzione è ideale soprattutto se i pesciolini sono sotto ai 10 cm.
ESCA | GRADIMENTO | Tecnica di reperimento | Difficoltà di reperimento |
Alaccia | ***** | Sabiki | Bassa al Sud / Media al Nord |
Pesce Lucertola | ***** | Traina fondo | Medio/Bassa |
Boga | ***** | Sabiki- bolentino | Bassa |
Triglia | **** | Bolentino | Alta |
Mafrone | **** | Bolentino | Alta |
Perchia | **** | Sabiki-Bolentino-Traina | Bassa |
Donzella | **** | Bolentino-Sabiki | Bassa |
Menola | **** | Bolentino – Sabiki | Media |
Sughero | *** | Sabiki – Bolentino – Traina | Bassa |
Sgombro(piccolo) | *** | Sabiki-Bolentino-Traina-Drifting | Media |
Pesce lucertola e donzella sono due esche micidiali, spesso sottovalutate o addirittura sconosciute
Come innescarli
Ci serviranno degli ami adeguati che non ledano la vitalità del pesce. La gamma di ami consigliati è ampia sia per chi vuole andare sui tradizionali Jhook che sui più innovativi circle.
Quindi, ci sentiamo di individuare in casa Owner i 5180 e gli 11580, ad occhiello storto; in alternativa, potremo scegliere gli sj 41 o 38.
Volendo scegliere i circle, andranno benissimo i DH84, i 10670 o gli Z005, tutti nelle misure più piccole, non oltre il 3/0.
I terminali saranno flessibili e non estremamente lunghi, per mantenere un buon contatto con le esche e per controllare le prede in caso di strike, per limitarne il grado di libertà e contrastare le reazioni violente.
Le sezioni, per non limitare la mobilità, saranno contenute tra lo 0,43 e lo 0,50 o poco più
Un tandem improvvisato ed inusuale: una castagnola ed una perchia. Quando le esche scarseggiano non resta che industriarsi ..
Tecniche di pesca
Quando rimorchieremo i pesci, la gestione della pescata dovrà essere mirata alle esigenze delle piccole esche, che non potranno essere trainate con le medesime velocità e metodologie a cui siamo abituati quando peschiamo con i cefalopodi.
Dovremo essere attenti fin dall’inizio a non maltrattare l’esca, premura che avremo non solo quando la pescheremo, ma anche quando la innescheremo e la manderemo sul fondo.
Consigliabile controllare la velocità di discesa moderandola al massimo, per evitare che la rapida compressione e il cambiamento di temperatura possano comprometterne la vitalità se non addirittura la vita.
Pescare i dentici con i piccoli pesci può essere molto efficace a patto di rispettare alcune regole di base
La velocità di traina dovrà essere uno scarroccio controllato, con l’attenzione di condurre le esche a favore di corrente.
In natura i piccoli pesci non risalgono la corrente ma si lasciano trasportare ed i dentici cacciano, quindi, a favore di corrente, anche perché non sono nuotatori pelagici ma solo potenti centometristi, capaci di sforzi istantanei.
In ultimo, un’importante astuzia è quella di trainare l’esca a qualche metro dal fondo: eviteremo che si intani e, soprattutto, conferiremo ad essa un nuoto più usuale e credibile.