Magazine Traina col Vivo

Traina con il vivo : sopra o sotto ? tutto sul termoclino

Di Domenico Craveli

La stagione estiva si sta per concludere, e come ogni anno, ci lascia come eredità di inizio autunno, un mare stratificato ancora per un buon mese abbondante, proprio nel momento in cui le grandi ricciole ed altri predatori, iniziano a manifestare la loro presenza in maniera massiva.

Riuscire a pescare in queste condizioni non è semplice, e necessità di grande capacità di percezione della situazione che insiste nei nostri spot di pesca.

La foto mostra in modo esplicativo la fascia di rimescolamento con il torbido dovuto anche a piccole particelle in sospensione.
Questa fascia è visibile sull’eco aumentando il gain

Il taglio termico, conosciuto anche con il nome di termoclino, non è altro che il punto in cui l’acqua calda , scaldata dall’irraggiamento solare, incontra quella più fredda profonda,  una stratificazione frutto del rimescolamento, tra l’acqua calda di superficie e quella più fredda sul fondo.

Sotto di esso la temperatura scende in modo netto, tanto da causare momentanei “deserti trofici”, ossia settori di mare che possono essere avari di pesce per giorni se non per settimane.

Il termoclino, essendo formato da acqua densa con particelle in sospensione, è spesso visibile sull’ecoscandaglio aumentando il gain, rappresentato come una fascia netta ad una precisa quota.

In mediterraneo, nei mesi di settembre / ottobre, il termoclino è di solito tra i 20/25 metri, per poi scomparire definitivamente abbassandosi ulteriormente nell’avanzare dei giorni a causa del raffreddamento climatico o per le mareggiate improvvise.

Regno dei pelagici

Ricciole in caccia nel taglio termico. La quota dei “20”… è quasi uno standard alla fine dell’estate

Se intendiamo insidiare le nostre amate ricciole, in zone di mare dove insiste il termoclino, è in concreto obbligatorio far navigare le esche qualche metro sopra di esso.

I carangidi amano stare poco sopra la fascia di rimescolamento, poichè risultano pressoché invisibili alle potenziali prede che transitano più in alto, per via del dorso “verdastro”, che si confonde proprio con il colore di quello strato d’acqua.

Anche palamite, tunnidi in genere, e lampughe, frequentano la stessa quota. Non a caso, i pescatori che hanno maggior successo in questo periodo, sono proprio quelli che rinunciano ad “arare il fondo”, con le proprie esche, per farle navigare invece in mezz’acqua o anche più su.

I pesci di fondo invece, sono costretti a spostarsi se le condizioni termiche non sono congeniali, quindi migrano verso il basso fondale, o verso profondità più importanti. I dentici per esempio, si possono trovare in meno di 15 metri… come oltre i 90!

Assetti empirici

Senza stare lì a fare calcoli “astronomici” , l’assetto ideale di traina per pescare nel termoclino, è con l’uso dell’affondatore.

I vantaggi sono molteplici: quota certa di navigazione della zavorra e possibilità di allontanare tantissimo le esche di poppa.

I pesci , in queste condizioni termiche, sono spesso apatici e riluttanti verso le esche.

Avere le insidie distanti può regalarci qualche insperato strike anche nelle giornate più complicate.

Il guardiano per praticità è insuperabile, anche se in queste circostanze, l’affondatore si fa preferire

Per gli irriducibili del guardiano, andrà considerato un mediano preterminale di almeno 25 mt , seguito da 2 metri di terminale.

Piombo da 350 gr, e 30 metri di treccia in mare da 40/45 lbs.

Un segnalino sul multifibra ci aiuterà visivamente a metterci in assetto con buona approssimazione.

E’ fondamentale non mandare mai le esche sul fondo, nemmeno per prova per poi riportarle su.

Se non riescono a mantenersi nello strato di temperatura mite, possono morire all’istante per lo shock termico, o comunque se ne compromette la vitalità.

Poche accortezze quindi, ma sono proprio quelle a fare la differenza.

In questi giorni ci si gioca l’incontro con le ricciole giganti, e sbagliare quota di traina, potrebbe farci perdere l’incontro con il pesce della vita.