Magazine Traina di Superficie

Dieci punti per l’altura

di Luigi Anastasia e Umberto Simonelli

L’altura, o meglio la traina d’altura, è la tecnica off shore dedicata alla ricerca e alla cattura dei predatori pelagici.

E’ una traina veloce di superficie che si pratica su profondità elevate e, salvo rare eccezioni, alcune miglia lontano dalla costa.

Ed è una tecnica che in questo momento sta riscuotendo un nuovo successo e molti appassionati si accingono a vivere le emozioni della navigazione in alto mare.

Proprio per facilitare l’approccio a questa disciplina ai meno esperti ne analizzeremo i punti salienti.

Vediamo quindi, insieme, di capire, in 10 punti, cos’è la traina d’altura

Quali sono le prede dell’altura?

 

L’alalunga è la preda icona di questa pesca, una cattura sempre emozionante 

 

Sicuramente l’alalunga è la preda più conosciuta, ma ce ne sono altre molto interessanti sia per sportività che per pregio alimentare.

Tra i tunnidi oggi non sono rare le catture di striped tuna, ovvero di tonnetti striati, specie alloctona che si sta diffondendo nei nostri bacini e che è un fortissimo combattente.

Poi ovviamente ci sono il tonno rosso e i rostrati ovvero l’aguglia imperiale, sua maestà il pesce spada e il marlin bianco che, sebbene non endemico dei nostri mari, può essere un incontro emozionante, sebbene raro.

Non possiamo dimenticare anche la lampuga, che è un runner “all round”; i grandi esemplari adulti sono propri delle rotte off-shore, non disdegnando incursioni più a terra

 

Quali sono le batimetriche e le distanze che è necessario raggiungere per esercitare questa tecnica?

Sicuramente è più corretto fare riferimento alle batimetriche che alle distanze dalla costa.

Le acque profonde sono l’habitat di questi pesci, perché le profondità sono il loro territorio di caccia.

Le scorribande in superficie infatti avvengono quando vi si concentra il nutrimento e solo per alcune ore del giorno, limitatamente ai mesi in cui il fotoperiodo è molto ampio, ovvero tarda primavera ed inizio estate.

Le batimetriche di elezione vanno dai 500 ai 1000 metri, ma quel che più conta sono i salti di profondità.

Infatti le variazioni importanti del fondo generano correnti ascensionali con rimescolamento dei nutrienti la cui presenza innesca il grande gioco della catena alimentare.

Comunque ogni regola ha le sue eccezioni, i pesci hanno la coda si spostano e a volte sembra infrangano ogni regola ratificata e solo l’esperienza sarà la nostra alleata.

 

Anche la lampuga, adulta, e questa in foto è una femmina, è una preda affascinante

 

Quali sono le zone migliori e come si fa ad individuare le zone più frequentate?

Per individuare le zone più adeguate la nostra migliore alleata è la carta nautica.

Individuate le batimetriche di interesse saranno, come dicevamo prima, da sondare tutte le zone dove i salti batimetrici sono evidenti.

 

Le rotte di pesca seguiranno i salti importanti di profondità, soprattutto se molto ravvicinati

 

Anzi le linee che sulla carta individuano tutte le variazioni saranno la nostra rotta.

Un’altra indicazione preziosa è quella relativa alla foce dei fiumi, infatti gli effetti dei nutrienti trasportati dai corsi d’acqua importanti, si fanno sentire anche a molte miglia di distanza rendendo le aree antistanti, anche a profondità elevate, zone privilegiate per la traina off shore.

 

Quali sono le esche migliori?

 

Il bagaglio di esche deve essere molto variegato e con prodotti di qualità

 

Il mondo delle esche è super variegato e, ovviamente, non esiste l’esca miracolosa.

Può esistere una differenza qualitativa anche importante tra i vari prodotti.

Sicuramente esistono artificiali che funzionano correttamente ed altri meno o meno durevoli.

Per entrare nel dettaglio diciamo che centreremo le nostre scelte su una misura compresa tra 11 e 14 cm.

Non mancheranno dei minnow classici, delle piume e dei kona, scegliendo le livree tra quelle imitative, senza trascurare quelle di fantasia come il mitico testa rossa.

Ci troveremo a dover fare scelte complicate confrontandoci con artificiali apparente uguali ma differenti per peso e conformazione.

Differenze difficili da spiegare in poco spazio, ma che approfondiremo in un prossimo articolo in cui faremo un focus dedicato.

 

Piume, kona, jet e bullet sono le esche di superficie per eccellenza

 

Per chi vuole iniziare che canne è possibile consigliare?

Sicuramente se si intende attrezzarsi in modo adeguato per questa pesca le canne di elezione avranno una potenza di 30 lb, per una lunghezza tra i 180 e i 200 cm, equipaggiate con muli paritetici.

La scelta è motivata da un buon compromesso tra peso delle prede e dinamica di combattimento, in considerazione anche del fatto che una canna del genere è adeguata a fronteggiare tutte le prede dell’altura.

Certamente potremo provare usando anche le canne da drifting, meglio se doppio libraggio e non superiori a 50 lb, per non penalizzare l’azione di pesca.

 

L’aguglia imperiale è una preda prestigiosa, il marlin del mediterraneo

 

Quali fili bisogna usare e con quali sezioni?

Se rimarremo nell’ambito delle 30 lb di attrezzatura, il filo sarà un buon 0,50 di eccellente qualità, che non presenti elasticità esagerate che comprometterebbero la penetrazione degli ami, sulle lunghe distanze

 

E’ necessario usare dei terminali prima delle esche? e si deve usare il fluor carbon?

Nella realizzazione del sistema pescante la lenza madre sarà il nostro shock leader e quindi la presenza di un terminale sarà a dir poco indispensabile.

La lunghezza sarà tra i 5 ed i 10 mt, per un diametro di 0,60,  sicuramente in fluor carbon, perché sarà prezioso lo scarso allungamento che caratterizza questo filato e la sua maggiore resistenza all’abrasione.

Non di rado il terminale infatti è sottoposto all’abrasione dovuta allo sfregamento con il corpo dei pesci, senza parlare di quel che accade con i rostrati.

 

 

Come è consigliabile applicare le esche alle lenze, con un nodo o con i moschettoni?

Nell’altura la praticità ed il conseguente risparmio di tempo e la semplificazione che ne derivano sono prioritari.

La soluzione consigliata è quella di un ottimo moschettone, meglio se girellato, con il quale potremo connettere con una rapida mossa qualsiasi artificiale.

 

Quali sono le velocità di traina più consigliate?

Le velocità dell’altura sono comprese tra i 6 e gli 8 nodi ed anche oltre, ma nella pratica sono dettate dalle esche in uso e dalla loro capacità di rimanere in pesca correttamente, oltre che di esprimere il loro potere attrattivo e questo vale soprattutto per i minnow.

Un’esca veloce può essere ancora più stimolante per un predatore che la interpreta come un pesce che scappa, ma ad esempio esche di dimensioni più contenute mantengono un’ottima capacità pescante senza richiedere velocità super elevata, con un occhio ai consumi che, di questi tempi, non guasta.

 

Quante canne è indispensabile mettere in pesca?

 

 

La regola vuole che il numero di base sia di 5 canne, concetto che deriva dall’agonismo, ma maggiore è il numero di esche in acqua e maggiore è l’attrattività che si genera.

Però è pur vero che all’inizio si pesca con quel che si ha …

Però è bene sapere che mettere in pesca tante canne è tutt’altro che semplice e il rischio di creare indistricabili garbugli è elevatissimo.

Oltre al fatto che lo scafo deve essere equipaggiato correttamente di portacanna installati nei punti strategici.

Meglio quindi, se si è alle prime armi, iniziare con poche canne per capire bene la logica di gestione in pesca e dopo uno strike.