Tecnica

Esche sospese

di Umberto Simonelli

In alcune tecniche, come il drifting ad esempio o in alcune applicazioni della traina con il vivo c’è la necessità di sospendere le esche per dare modo loro di insistere su una batimetrica ben precisa.

Nella pesca al tonno o ad altri pelagici l’impego di tale metodo è fondamentale perché oltre a tenere sospese ed in quota le esche, il “galleggiante”, spinto dalla corrente o dal vento consente di allontanarle anche dalla barca.

Nella traina con le esche vive è pratica comune di mettere in pesca una ulteriore canna con un ‘esca sospesa a mezz’acqua, molto lontana dalla barca con lo specifico scopo di insidiare la ricciola che, come tutti ben sappiamo, è estremamente sospettosa.

 

Cosa si usa di solito

Il sistema più usato è quello del palloncino, il classico per le feste, colorato.

Estremamente economico lo si applica con un elastico da cancelleria e svolge il suo lavoro egregiamente capace di sostenere zavorre anche importanti.

 

Ecco il nodo che usiamo per assicurare l’elastico alla lenza madre

 

Come difetto ha la scarsa durata, in quanto soffre il sole, tende a sgonfiarsi o ad esplodere e poi soprattutto dopo lo strike si stacca e va alla deriva con la conseguenza di contribuire al già grave problema delle plastiche in mare.

 

Un’ altra soluzione molto apprezzata è quella di usare le bottigliette in plastica.

Quest’ultima spesso è più usata perché le bottigliette hanno un buonissimo galleggiamento e grazie alla loro forma soffrono meno la corrente.

Anche loro vengono di solito applicate con un elastico da cancelleria e, con lo strike, si perdono in mare andando anche loro ad aumentare il quantitativo delle plastiche disperse.

 

Soluzione tecnologica

Per chi con poca spesa vuole risolvere il problema esistono delle boette colorate di varie fogge, provviste di una speciale pinzetta che allo strike si stacca ma non abbandona il filo.

 

Infatti vi rimane attaccata e vi scorre, col grande vantaggio non solo di non perdersi ma anche di segnalare sempre il punto di ingresso del filo in acqua.

Cosa non da poco, utilissima con pesci nervosi che cambiano spesso direzione o durante i combattimenti prolungati.

 

Soluzioni fai da te

Per chi non vuole rinunciare alle bottigliette e allo stesso tempo non perderle in mare, suggeriamo un banalissimo trucchetto che con poco lavoro e una spesa quasi nulla, ci garantirà un ottimo risultato.

Il metodo di connessione con la lenza sarà sempre lo stesso, con un elastico qualche bocca di lupo sul filo ed una sul collo della bottiglia.

Invece per non perdere la bottiglia legheremo uno spezzone di nylon sul collo, stringendolo con un bel nodo o meglio ancora con uno sleeve, ben chiuso con la pinza, mentre dall’altra parte legheremo un bel moschettone a pancia larga, magari girellato.

 

 

Basterà far passare il filo della lenza nel moschettone e poi procedere con la solita legatura dell’elastico.

Allo strike l’elastico salterà ma la bottiglietta rimarrà scorrevole sul filo ed il gioco è fatto.

Perfezioniamo

Se si vuole ottimizzare questa soluzione addirittura è possibile riempire di schiuma poliuretanica le boccette e poi verniciarle con uno spry per pvc.

 

Otterremo così delle boette inaffondabili, imperdibili di gran galleggiamento, molto visibili e a costo zero.