Tecnica

Rapporti trasversali …..

di Domenico Craveli

Se dovessimo dare una forma alla pesca, sicuramente quella di una sfera sarebbe quella più adatta.

Infatti, tutte le tecniche, che compongono il variegato mondo della pesca, dalle più tradizionali a quelle di ultima generazione hanno sempre un comun denominatore.

E questa idea di sfericità viene proprio dal fatto che ogni tecnica ha un filo sottile che la unisce all’altra, in una totale trasversalità

A pensarci bene, tutti i pesci del nostro mare, sia che si trovino in poche spanne d’acqua che su una secca profonda, hanno comportamenti simili tra loro.

La conoscenza profonda di queste similitudini, è un elemento che può aiutare un pescatore a ottenere la massima incisività in pesca.

 

La cattura di una grande ricciola, richiede esperienza e capacità piscatorie di buon livello. Spesso per arrivare a questo pesce le problematiche più ostiche da risolvere sono il reperimento di un giusto boccone… ecco perché la conoscenza di altre tecniche permette azioni più complete

 

Un pescatore che si dedica ad una determinata disciplina, costruisce negli anni un bagaglio di esperienze che si trasforma in una sensibilità d’azione, che sarà quell’elemento che farà davvero la differenza.

Succede anche però che quando ci si chiude troppo nel proprio mondo, si perdono sfumature che possono migliorare ancora di più il nostro approccio.

Non a caso, i pescatori poliedrici, ossia quelli che praticano più discipline, sono quelli che riescono a cavarsela brillantemente più di altri nelle situazioni più critiche, risolvendo situazioni “impossibili”.

La capacità di pescare dagli scogli ci permette di fare del vivo in quelle giornate che risulterebbe complicato agire diversamente

 

Uno dei crucci fondamentali di chi pesca con il vivo, è appunto il reperimento dell’esca.

Finito il periodo di seppie e calamari infatti, si inizia a proporre a dentici, cernie e ricciole, dei bei pescetti, la cui cattura, a parte i comuni e non sempre efficaci sugarelli, diventa complicata per chi non ha nozioni di base di pesca da terra.

La conoscenza di tecniche di pesca di superficie, che solitamente si praticano dalla scogliera, come bolognese, inglese, bombarda, unita a una buona dimestichezza con le pasturazioni, permette di arrivare facilmente ad aguglie, boghe, cefali, menole, e simili.

Ed ecco qui che le tecniche di un’altra disciplina, seppur molto lontana dalla nostra, potrebbero venirci in aiuto risolvendo una situazione  altrimenti destinata a diventare complicata.

 

Dalla Traina al SurfCasting

 

Un sarago maggiore ha aggredito un grosso calamaro rimanendo allamato ad un amo 5/0 su un terminale dello 0.60… un fatto che fa pensare !

 

Se un bel sarago aggredisce un calamaro in traina con il vivo, o una grande orata rimane ammaliata  da una succulenta seppia,  su un terminale tutt’altro che sottile,  è quasi certo che queste esche risulteranno validissime anche dalla spiaggia.

Ed in questo ambito dove per “tradizione” vermi ed anellidi dominano tradizionalmente le nostre scelte, capita invece che siano proprio loro la ragione di un insuccesso.

Un grande pesce può aggredire qualunque cosa, ma le trance di cefalopodi, specie in inverno e con mare mosso hanno una carta in più rispetto a qualunque altra nostra scelta.

Se inneschiamo arenicola… non lamentiamoci che sui nostri ami capitano solo pesci piccoli.

Ecco perché, appassionarsi ad altre discipline, o semplicemente leggere articoli di una tecnica che solo apparentemente non ci interessa, può invece essere di aiuto  e può aiutarci ad acquisire strumenti nuovi.

 

Un bel sarago catturato dalla costa innescando un piccolo calamaretto interno lanciato tra le onde, dove vermi e vermetti spesso non vengono considerati da pesci più belli

Dal Surfcasting al bolentino

 

La terminalistica usata nel surf è molto simile a quella utilizzata nel bolentino, quindi, una contaminazione tra le due tecniche può solo ampliare il nostro bagaglio di esperienze facendoci fare un bel salto di qualità

 

L’atteggiamento dei pinnuti quando peschiamo dalla spiaggia, il loro muoversi al variare della marea e del moto ondoso, può fornire indicazioni importanti al bolentino costiero.

In fondo, tra la terminalistica e gli inneschi, se confrontiamo le due discipline, ci sono davvero pochissime differenze.

 

Un bel pagro catturato utilizzando un trave con snodi tipici da surfcasting

 

L’interdisciplinarità anche nella pesca è un aspetto importante …. la trasversalità delle tecniche , il riuscire a mutuare soluzioni di pesca da una tecnica ad un’altra fanno la differenza.

E rappresentano tutto ciò di cui un pescatore evoluto deve avvalersi.

In fin dei conti, come dicevano i vecchi pescatori, nel mare non ci sono barriere…