di Dario Limone
Esca famigerata, che ha meritato sul serio, i fiumi di inchiostro che si sono spesi sul suo conto, ha partecipato a suon di catture all’evoluzione moderna del light casting, rimanendo in assoluto il boccone più appetito da tutte le specie grufolatrici del sottocosta.
Identificato volgarmente con il nome di “Napoletano”, questo anellide rosso, di sabbia in passato veniva raccolto direttamente su alcune delle nostre spiagge.
Fortuna dei primi pionieri che ne hanno provato l’efficacia, ha ricambiato le attese in spiaggia con carnieri da capogiro di mormore, saraghi e orate, impensabili, un tempo, con qualunque altro tipo di esca.
Neanche la regina , la spigola , rimane indifferente al fascino dell’arenicola.
PREZIOSA COME L’ORO…
L’arenicola è in assoluto l’esca più usata nel light casting e nel surf. La mancanza di selettività nei confronti delle prede è forse il suo unico limite .
Il suo habitat esclusivo è caratterizzato dalla sabbia fine con alta percentuale organica, dalla battigia fino a qualche metro di profondità.
Può raggiungere e superare i 30 centimetri di lunghezza.
Nei rarissimi luoghi ove ancora è presente può essere prelevata munendosi di pala, setaccio, qualche vasca e tanta pazienza.
Sicuramente l’operazione risulterà faticosa, ma sicuramente ne varrà la pena.
Lasciando al dovere di cronaca la sua spontanea reperibilità in natura, ci limitiamo a dire che tutti i negozi di esca solitamente ne sono forniti, anche se il costo è elevato a volte anche in maniera importante, tanto da rendere economicamente impegnativa una sessione di pesca con questo tipo di anellide.
Arenicola indigena delle nostre spiagge. Questo anellide del tipo “nostrano” ha una marcia in più in termini di catture.
In questi ultimi periodi è capitato di trovare nei negozi la cosiddetta “Arenicola Selezionata” , grossa quasi quanto un americano, invitante alla vista di ogni pescatore, abbondante e dal costo sostenuto.
Una volta in spiaggia però le aspettative vengono tradite da un’appetibilità minore spesso da noi erroneamente imputata alla scarsa presenza di prede.
Il trucco c’è e, come in ogni enigma, la soluzione più logica è quella meno considerata.
Queste grosse “arenicole” infatti, niente hanno a che vedere con la nostra micidiale mattatrice degli arenili, infatti si tratta di un anellide di importazione chiamato “Spagnolo”, dallo scarso contenuto sanguinolento e dalla presenza all’interno di una sostanza verdastra che tende a dare all’innesco un aspetto poco invitante.
Provata al confronto con la nostrana e vera arenicola, su canne montate in maniera identica non ha retto il confronto.
Spesso però non abbiamo alternative, dobbiamo adoperare ciò che troviamo, ma è anche giusto essere consci di quello che si va ad acquistare, considerando che anche un occhio esperto avrebbe difficoltà a distinguere le due specie.
Comunque non intraprendiamo nemmeno “crociate” contro i negozianti, che non centrano nulla; sarebbe impensabile rispondere alle richieste del mercato, con prodotti che non siano d’allevamento o di importazione.
Se ciò era possibile in passato purtroppo oggi non lo è più, e non abbiamo alternative se non quella di adeguarci.
La conservazione nelle scatoline di polistirolo in cui viene commercializzata è abbastanza agevole anche se in estate i tempi di “sopravvivenza” si accorciano.
La temperatura ideale è intorno i 12/14 gradi, ed è preferibile cambiare l’acqua di mare all’interno delle confezioni almeno una volta al giorno.
C’è chi ha provato a mantenerla in acquario, ma l’equilibrio biochimico indispensabile per garantire a lungo la sopravvivenza di questi animali è irriproducibile in ambiente domestico, ne ci sono indicazioni bibliografiche o indiscrezioni sul suo allevamento.
MATTATORE DA SPIAGGIA…
Le orate di media taglia la preferiscono a qualunque altro boccone
L’utilizzo in pesca è uguale a quello degli altri vermi.
La si innesca con l’apposito ago su ami leggeri e a gambo lungo di misura solitamente mai oltre il n° 6, ma siamo già al limite, e abbinata a lenze sottili risulta micidiale per ogni pinnuto transiti nelle vicinanze.
Regge bene anche i lanci più esasperati e non essendo molto voluminosa è indicata per la pesca sulla lunga distanza.
Ottima con mare calmo, insuperabile in scaduta, soffre però la forte presenza della minutaglia; e non a caso la primavera è il momento migliore per utilizzarla, in quanto l’attività dei piccoli pesci disturbatori è ancora limitata.
La mormora è la preda per antonomasia dell’arenicola. L’uso di questo anellide ha praticamente stravolto la pesca dalla spiaggia a questo sparide. Senza di esso, i carnieri importanti sono impensabili
Per prelevare i capi da innescare è vivamente sconsigliato “ravanare” con poca attenzione con le dita all’interno della confezione, perchè il rischio di danneggiare irrimediabilmente le esche è molto comune.
Basta però, con un pò di cura, riempire la scatola con acqua di mare e scuotendola delicatamente in orizzontale porteremo a vista tutto il contenuto, prendendo così in maniera delicata il candidato che più ci interessa.
Può capitare inoltre che i vermi siano tutti raggomitolati, situazione molto ricorrente e deleteria.
Per districare il groviglio dovremo procedere come appena detto per farli uscire dalla sabbia e poi con cura chirurgica, e senza forzare, pian piano dipanare la matassa.
Se siamo in possesso di qualche scatola vuota piena di sabbia già precedentemente utilizzata, potremo suddividere i capi in più confezioni. In questo caso l’espressione “meno siamo e meglio stiamo” è quanto mai azzeccata.
La minor densità favorirà la migliore conservazione dei preziosi vermi.