Le micro plastiche e la loro dispersione in mare e nei fiumi sono la vera emergenza di questo millennio.
La plastica, in tutte le sue varianti, fino agli attuali “tecnopolimeri” è un materiale praticamente insostituibile nella nostra tecnologia.
Dagli imballaggi ai componenti ad alta tecnologia i materiali plastici sono sempre presenti in molte forme e con differenti caratteristiche meccaniche o estetiche.
La caratteristica di questo copolimero è proprio la estrema versatilità che consente di realizzare filati morbidi come le fibre naturali, contenitori, imballi o impenetrabili schermi anti proiettile.
Se da un lato è un materiale che facilita la vita, quando viene disperso nei fiumi e nei mari il grave inquinamento che ne scaturisce diventa invece un grave pericolo per la natura e per gli esseri viventi.
Infatti l’azione del sole, delle intemperie e la continua azione del mare trasformano e sminuzzano le plastiche in particelle piccolissime che si disperdono.
Man mano si depositano sui fondali e quelle in sospensione possono essere ingerite dai pesci e addirittura arrivare così sulle nostre tavole.
Le microplastiche non sono inerti, ma mantengono al loro interno, malgrado le dimensioni, sostanze tossiche che possono interferire con il sistema endocrino di chi li ingerisce, con conseguenze molto serie.
Ecco un esempio di microplastiche in sospensione
Un’idea geniale
Gli ingegneri della Suzuki, azienda molto sensibile ai problemi ambientali e da sempre all’avanguardia con i più elevati standard anti inquinamento in tutta la gamma della sua produzione motoristica, hanno avuto un’idea davvero speciale.
In pratica hanno pensato di filtrare l’acqua del mare attraverso il sistema di raffreddamento dei loro motori fuoribordo.
Davvero un uovo di Colombo, un sistema semplice ma efficace che tratterrà tutte le microplastiche che verranno aspirate dalla pompa del circuito di raffreddamento.
Il principio di funzionamento è semplice ed affidabile
Come funziona
A brevissimo tutti i propulsori di casa Suzuki dai 100 cv in su verranno equipaggiati del Micro Plastic Collector un semplice ma sofisticato elemento filtrante posto a valle del sistema di raffreddamento, che “setaccerà” l’acqua prima di essere scaricata in mare, senza creare alcun sovraccarico alla pompa e senza perdite di potenza.
Per fare un esempio pensiamo che l’acqua necessaria al raffreddamento di un motore da 140 CV, a regime di crociera, è di circa 40 lt/min, pari a oltre 2,4 metri cubi di acqua filtrata in un’ora, prelevata per di più nello strato dove generalmente la densità di sospensione plastica è più alto.
Ecco il filtro come si presenta
Ora immaginiamo a chi, come noi pescatori, usa il fuoribordo tutto l’anno, quanta pulizia possa fare.
La pulizia del filtro potrà essere fatta periodicamente senza alcuna difficoltà, smaltendo i residui in modo differenziato e quando anche il filtro fosse al limite un by pass automatico garantirebbe la portata utile.
Un passo avanti
Sicuramente questo dispositivo non risolverà i problemi di inquinamento nel mondo, ma immaginiamo che possa essere oltre che un serio passo avanti anche un importante segnale di sensibilizzazione.
Vogliamo pensare che se sistemi simili potessero essere applicati a tutti i propulsori nautici, non solo da diporto ma anche navali l’apporto all’ambiente potrebbe essere sostanziale.
Bisogna riconoscere a Suzuki il primato assoluto di un dispositivo innovativo e frutto di una coscienza e sensibilità ambientalista unica.
Ma non solo, perchè Suzuki sta attuando anche un programma di riduzione dell’uso della plastica negli imballaggi …
Un motivo in più per apprezzare la qualità Suzuki
Umberto Simonelli