Magazine Traina di Superficie

Traina costiera … divertimento assicurato

a cura della Redazione, in collaborazione con HiNelson

La traina costiera, quella che molti chiamano “trainetta”, che sembrerebbe una tecnica semplice e alla portata di tutti, pur conservando realmente queste caratteristiche, è una pesca tecnica che, se praticata con consapevolezza, metodo e giusta attrezzatura può dare soddisfazioni impensabili.

Di fatto è una pratica minimalistica che può essere svolta con un ventaglio molto ampio di soluzioni.

Ci si può avvalere della più elementare, che è quella della lenza a mano armata di esche artigianali fino ad un complesso pescante più sofisticato ed articolato.

Una pesca perfetta per l’estate, da praticare dalla barca, durante le giornate di relax dal sotto costa fino a distanze più importanti e batimetriche che arrivino a sfiorare anche i 100 metri.

 

Le mangianze, sono il frutto dell’attività di caccia dei predatori, che sono in piena frenesia alimentare: un momento magico per tentare il colpo grosso !

 

Il panorama di prede insidiabili è veramente ampio, che andrà dalla regina del sotto costa la spigola, fino alle lampughe e ai barracuda, passando per lanzardi, sugheri, lecce stella, occhiate ed aguglie.

A questi pesci specialmente sul finire dell’estate si aggiungono i tunnidi, come gli alletterati, le palamite e i tombarelli.

Facciamo attenzione però che possono abboccare anche i piccoli di tonno rosso, che non devono essere trattenuti ma liberati rapidamente perché ne è vietato il prelievo sotto i 30kg di peso o 115 cm di lunghezza ed è necessaria una specifica autorizzazione.

 

I tonni rossi sottomisura vanno rilasciati immediatamente !

 

Tutti pesci che, oltre ad essere prede tecnicamente interessanti, sono anche enormemente buoni in tavola, cosa che corona e suggella tutta l’azione di pesca.

Cosa serve

 

 

A seconda delle nostre ambizioni ed anche dell’assiduità con cui praticheremo la traina costiera moduleremo la scelta dell’attrezzatura.

 

Scartando la soluzione della lenza a mano, la soluzione consigliata è quella di una canna leggera dalle 6 alle 8 libre equipaggiata con un mulinello rotante imbobinato con almeno 250 mt di nylon da 25 lb, pari ad un diametro di 0,35 mm.

 

 

Per iniziare una canna può andar bene ma la soluzione ideale è quella di metterne in pesca due con esche diverse posizionate una più lontano ed una più vicino alla poppa.

In alternativa e soprattutto per iniziare, anche una cannina da spinning od una generica con un mulinello a bobina fissa può andare bene.

 

E’ fondamentale che le esche siano di qualità e che quindi abbiano un nuoto perfetto

Le esche

 

Il panorama delle esche è a dir poco smisurato e si spazia veramente in una offerta talmente spropositata che è impossibile orientarsi; anche perché molto spesso gli artificiali sono così belli e accattivanti che i primi ad abboccare siamo proprio noi pescatori che li compreremmo tutti.

Non esiste l’artificiale magico e l’artificiale che pesca di più è quello che sta più tempo in acqua.

Potrebbe sembrare una battuta ma al contrario è una delle verità più serie in assoluto.

Comunque non dovremo acquistare esche artificiali grandi, ci terremo su misure tra i 7 e i 14 cm, sia per le piume, gli squid che per i pesciolini.

 

 

Spesso i piccoli artificiali sono molto più attrattivi, perchè molto simili al foraggio presente

 

Il motivo è presto detto, infatti i le nostre prede sono predatori a loro volta e si cibano di piccoli pesci ed il segreto sarà quello di mettere in acqua artificiali di dimensioni prossime al foraggio esistente.

Per i pesciolini è bene sapere che ne esistono di due tipologie; una provvista di una paletta più pronunciata ed una meno.

Il primo tende ad affondare di più mentre l’altro rimane più in superficie.

Due soluzioni per imitare sia il foraggio che sta qualche metro sotto il pelo dell’acqua che quello più in superficie.

Le esche di superficie invece sono molto varie, dalle piume semplici o con testina piombata, invece di quelle con un gonnellino vinilico addirittura con una testina capace di generare schiuma e bolle, per simulare un pesce in fuga.

 

Le lampughe sono pesci divertentissimi da insidiare

 

I colori delle esche

I colori sono tutti validi ma sicuramente ci sono delle preferenze.

Per i pesciolini sicuramente i colori imitativi sono da mettere tra quelli da comprare, ma di certo non potrà mancare il mitico testa rossa, mattatore indiscusso da sempre.

Per le esche di superficie il bianco e rosso, l’arancio, il rosa, il blu e verde il giallo e verde, il viola e financo il nero possono essere catturanti.

 

 

In pesca

E’ arrivato il momento di mettere in pratica la teoria e trasformala in un pesce con tanto di coda.

Alla fine della lenza in bobina applicheremo un piccolo moschettone di qualità, anche con girella.

A questo connetteremo il terminale che sarà a sua volta legato al pesciolino o all’esca di superficie.

Questa soluzione ha lo scopo di calibrare il terminale sull’artificiale; quando si usano esche piccole è bene connetterle con fili più leggeri per non penalizzare il nuoto e addirittura i piccoli minnow può essere utile legarli con un’asola che ne faciliti il nuoto.

 

 

Caleremo i pesciolini nella scia del motore a 15/20 metri da poppa verificando che navighino in perfetto assetto, mentre le esche di superficie possono navigare anche a 30/40 metri ed oltre.

Velocità intorno ai 4 nodi e settaggio delle frizioni appena più serrato dello slittamento, quel tanto che basta a far piegare il cimino una 15 di gradi prima che la frizione ceda.

E che l’avventura abbia inizio!