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Il sabiki …la micidiale montatura giapponese che fa miracoli

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Il sabiki …la micidiale montatura giapponese che fa miracoli

Di Michele Prezioso

Il sabiki è uno dei calamenti che non manca mai nella cassetta di ogni pescatore dalla barca: una delle invenzioni giapponesi di maggior successo per insidiare piccoli pesci, uno strumento di pesca che è possibile comprare già pronto in mille versioni e che si adopera, soprattutto, per reperire esca.

In realtà, il sabiki è tutt’altro che un semplice gadget: è un micidiale quanto geniale strumento, capace di insidiare pesci non solo piccoli, da pochi metri di fondo fino anche ai 100 ed oltre. Tutto sta nel saper cosa e come fare.

Sei piccoli ami

Alcuni la chiamano anche mitraglietta, ma il nome sabiki oramai identifica in modo univoco la sequenza di sei braccioli con relativi ami montati su un trave, con un piombo finale. Il criterio di funzionamento, in sostanza, è una sorta di vertical ante litteram. Le piccole esche, in genere, sono gli ami stessi opportunamente dressati a fungere da richiamo, che vengono fatte oscillare  freneticamente, imprimendo corte jerkate alla lenza. Questa azione simula il nuoto convulso di piccoli pesci, che vengono così assaliti dai predatori: un sistema di cattura che si basa sulle situazioni base della catena alimentare. I sabiki per essere conformi alla normativa vigente non devono avere più di sei ami, il numero massimo consentito.

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In commercio esistono una miriade di sabiki, diversi per qualità e prezzi  …..non  c’è che  l’imbarazzo della scelta

Una questione di feeling

La funzionalità del sabiki non è un fatto casuale. La costruzione e i materiali sono fondamentali, però la capacità catturante non è legata solo alla qualità ma alla capacità di chi pesca di individuare il modello giusto per la situazione. Infatti, dobbiamo imitare quel che i pesci che andiamo cercando stanno cacciando in quel momento. Capita così che esche variopinte e voluminose potranno essere ignorate da grossi sgombri che ne aggrediranno invece di minuscole e che piccoli sugheri attacchino inganni spropositati. La soluzione ideale, quindi, è avere a disposizione un congruo numero di sabiki tra quelli che avremo testato e scoperto più idonei per le nostre abitudini di pesca e per i nostri spot.

sabiki autocostruiti

Soluzioni auto costruite che, equipaggiate con dei piccoli jig al posto della zavorra, possono risultare micidiali

Da zero a cento

I sabiki sono efficienti anche a profondità elevate ed è possibile insidiare così i pesci anche sulle scadute profonde o andare a verificare in cosa consistano quelle palle di pesce che a volte incontriamo sul fondo senza riferimenti apparenti. L’importante è che i calamenti siano ben realizzati, con ottimi fili e ami all’altezza. Importante sarà il dressaggio di tutto il complesso pescante, perché perline colorate, elementi glitterati e, soprattutto, perline fluo che brillino al buio sono l’anima del sabiki. I sabiki economici a volte funzionano ma durano poco, gli ami si arrugginiscono e la bassa qualità dei fili li porta ad ingarbugliarsi più di quanto già non capiti abitualmente.

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Ecco la fine che fa un sabiki di scarsa qualità dopo una cattura multipla di grossi sugheri, in profondità

Soluzioni personalizzate

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Ad iniziare da sinistra possiamo vedere delle soluzioni auto costruite: la prima con filamenti presi dagli addobbi natalizi, la seconda con un piccolo warm glitterato, e la terza con l’imitazione di una soluzione classica, comunemente realizzata con pelle di pesce, costruita invece con un ritaglio di una busta da supermercato. In ultimo un micro squid. Soluzioni tutte sperimentate e molto efficaci

Proprio per ottimizzare al massimo la capacità catturante del sabiki, l’autocostruzione può essere, oltre che divertente, una incredibile opportunità. Si possono variare all’infinito le combinazioni e le soluzioni costruttive, usando dalla pelle di pesce ai micro squid, dai materiali specifici da costruzione fino a materiali che appartengono al quotidiano, con cui riusciremo a catturare pesci e avere le lenze sempre in ordine. Anche la geometria di costruzione ha il suo perché. Le foto chiariscono meglio di ogni altra descrizione.

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Sempre parlando di auto costruzione, le derivazioni dei braccioli, che non saranno più lunghi di 5 cm, potranno essere realizzate con un doppio nodo piano o con uno snodo con perline e tecno sfere. Quest’ultima soluzione è l’ideale per realizzare un sabiki che non si ingarbuglierà mai

L’uso

La situazione di pesca ideale è in verticale, calando le esche proprio sulle marcature, variando il ritmo delle jerkate e sondando le fasce d’acqua intorno alle zone più calde. Una funzione importante la riveste la piombatura, perché una zavorra azzeccata, oltre a farci raggiungere rapidamente il fondo, ci aiuta a far lavorare bene la lenza. Infatti, la canna deve essere proporzionata alla profondità e, quindi, al piombo o viceversa, per far sì che il sistema riesca ad oscillare perfettamente e le piccole esche vibrino letteralmente. Attenzione perché ad un buon sabiki calato in profondità potrebbero abboccare pesci non previsti: si dovrà, pertanto, fare attenzione a non sottovalutare non solo i dimensionamenti ma anche la qualità dei materiali.

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Una bella “cavalla” non ha resistito ad un piccolo jig applicato come zavorra del sabiki ..

Variazione sul tema

Se la zavorra è importante, ne possiamo magnificare la funzionalità sostituendola con un jig appropriato, facendo attenzione perché potrebbe arroccarsi battendo sul fondo. Ma se lo si sfrutta per simulare un pesce in caccia che insidia piccole prede più in alto i risultati possono essere inimmaginabili.