Magazine Traina col Vivo

Serra e barracuda … le prede dell’estate: catture mirate!

Di Umberto Simonelli

Barracuda e pesci serra sembrano essere in costante aumento e sempre pronti a dilaniare le nostre esche, destinate a prede di tutt’altro calibro.

Purtroppo, è anche vero che in alcune zone, in estate, sembra siano solo loro a popolare le nostre acque.

 E allora vediamo di fare necessità virtù, mettendo a punto una tecnica di pesca mirata, dedicata proprio a loro che, con quella micidiale dentatura, fanno strage di esche e terminali.

Recuperare le esche giuste, il più delle volte, è la parte più complessa della traina.

Calamari e seppie non sono ancora reperibili e ripieghiamo su esche più classiche come l’aguglia ed il sughero.

E, comunque, anche con loro, non sempre è così facile come vorremmo.

E’ un’esperienza che quindi si ripete fin troppo spesso quella di vedersi dilaniare le esche faticosamente reperite da serra e barracuda che, oltre a non rimanerci, hanno brutalmente infranto ogni sogno di gloria….

Dentature micidiali

La capacità di taglio dei denti del serra è incredibile: netta come un bisturi

In genere, tutti i predatori hanno bocche molto robuste e armate di una dentatura letale per le loro prede: i dentici hanno canini specializzati per dilaniare, ricciole, lecce amia e cernie hanno mascelle potenti costellate di micro denti per stritolare e trattenere le prede ma, in un modo o nell’altro, i nostri terminali riescono ad aver ragione di queste armi micidiali di cui i pesci sono dotati.

L’uso del fluorocarbon ha contribuito moltissimo a diminuire sensibilmente le rotture da sfregamento e da taglio, soprattutto quando si ricorre a sezioni importanti o al sistema della doppiatura.

Ma, nel caso dei barracuda e ancor di più in quello dei serra, non c’è terminale che resista e quindi risulta molto complicato riuscire a pescare quando questi predatori incrociano sulle stesse rotte.

Brutti ma buoni

Indubbiamente non si può dire che il serra sia bello e lo sguardo non è davvero rassicurante !

C’è da dire però che, quando non c’è altro in giro, effettuare una pesca mirata può essere divertente, perché sebbene la sportività nella pesca di un barracuda sia molto bassa, un grosso serra può essere già un bell’esercizio e alla fine sono pesci che a tavola hanno il loro pregio.

Il barracuda vanta carni eccellenti tanto crude che cotte; il serra, forse a causa di una polpa dal poco invitante color grigio, non è particolarmente apprezzato, secondo noi ingiustamente.

Un esemplare di taglia media, catturato poco tempo fa, preparato crudo in carpaccio, ha superato ogni aspettativa, conquistando anche i palati più sofisticati e sospettosi.

Gli spot migliori

Ma torniamo alla pesca e, allora, dove e quando sarà possibile insidiarli con maggior facilità?

Ogni predatore frequenta le acque dove sono presenti le prede a lui più congeniali o dove c’è maggior densità di pesce foraggio.

I serra spesso condividono il loro territorio di caccia con le lecce amia e sostano in prossimità delle coste sabbiose, degli allevamenti di mitili e degli sbocchi a mare di acqua dolce .

Quindi, le zone dove più concentreremo in nostri sforzi saranno quelle antistanti le aree portuali, gli estuari dei corsi d’acqua, i lunghi arenili.

Il periodo migliore va dall’estate all’autunno inoltrato, con picchi di attività propri di ogni spot.

Di certo la cattura di un barracuda non sarà entusiasmante come quella di una ricciola, ma è pur sempre un’ottima preda

I barracuda conservano un’indole più pelagica e frequentano tanto le medesime zone di caccia di dentici e ricciole, quanto il sottoscosta.

Infatti predano sia nelle fasce superficiali che in profondità, sia in gruppi molto densi o di pochi esemplari di taglia più grande.

Quindi, è possibile cercarli a mezz’acqua intorno alle variazioni del fondo, quanto più in superficie nelle vicinanze di scogli emergenti.

Anche loro non disdegnano le aree portuali, all’interno delle quali effettuano delle vere e proprie spedizioni di caccia.

Ad ognuno i suoi tempi

L’attività dei predatori è legata molto all’areale in cui si muovono, alle fasi lunari, alla luce e, soprattutto, all’attività trofica generale; nella maggior parte dei casi possiamo dire che i serra cacciano tutto il giorno, con periodi di frenesia quasi assassina alternati alla calma più assoluta.

I barracuda hanno una attività meno frenetica, maggiore durante i cambi di luce e con il sole alto.

Terminali e inneschi

 Avendo a che fare con dentature affilate è importante usare ami a gambo lungo

Le esche migliori per insidiare questi pesci sono aguglie, sugheri, occhiate, cefali e lecce stella.

Il problema, con i nostri visitatori, sarà quello di far sì che i terminali resistano alla micidiale dentatura.

Di certo la soluzione che più garantisce la tenuta è quella di ricorrere alla treccia in acciaio.

E’ un nostro parere che la maggior rigidità del filo ed il peso, soprattutto con esche piccole e poco vivaci, ne penalizzi il nuoto e le renda poco invitanti per ricciole e lecce amia, così da rendere poco fruttuosa una pesca “bivalente”.

C’è chi ricorre a cavetti in kevlar o a fili in titanio, ma riteniamo che la doppiatura, con un buon fluorocarbon, rimanga il miglior compromesso.

In entrambe i casi la tecnica di ferrata e di recupero hanno avuto ragione delle micidiali dentature

 Susciteremo senz’altro molte polemiche dicendo che con pesci di media taglia ha funzionato l’uso di sezioni sottili che offrono meno superficie all’azione dei denti.

L’uso di ami dritti, off-set di sezione contenuta, molto affilati e con il gambo lungo hanno avuto il pregio di trapassare subito la bocca tenendo così lontano i denti dal filo.

Una frizione non eccessivamente serrata ed un recupero senza troppi indugi, continuo e privo di strappi, che tenga il terminale sempre in tensione ha fatto il resto.