Anche nel drifting l’assetto di pesca e le geometrie del complesso pescante possono fare la differenza. Allungare i terminali può migliorare l’azione di pesca?
Abbiamo da sempre privilegiato l’uso di terminali lunghi e morbidi, in alternativa alla doppiatura e al terminale classico con girella e moschettone, spesso scatenando le critiche di altri pescatori.
Non è possibile certificare in modo assoluto la supremazia di una soluzione rispetto ad un’altra, sebbene, le passate esperienze facciano spostare l’ago della bilancia a favore la soluzione del terminale lungo che privilegia ed esalta la morbidezza e l’assetto naturale dell’esca in corrente.
Per assetto naturale dell’esca, intendiamo il fatto che il boccone possa mostrarsi, in corrente, molto simile ai pezzi di pastura, presenti nella scia in cui lenza ed innesco dovrebbero trovarsi.
A questo contribuisce anche la sezione del terminale che più sottile è e meno viene interessato dalla corrente.
Infatti i tonni hanno una vista estremamente acuta e discriminano con facilità le differenze tra un innesco ed la pastura.
Qualcuno potrebbe osservare che un terminale sottile aumenterebbe il rischio di rotture.
Se questo è in parte vero è anche vero che avvalendosi esclusivamente di ami circle, possibilmente leggeri anch’essi, si riduce drasticamente l’incidenza della vera causa delle rotture.
Infatti i circle dopo l’infissione si posizionano in modo tale da tenere fuori dalla bocca e quindi dall’abrasione dei denti il terminale.
Quello che reputiamo un ulteriore vantaggio è l’uso della connessione del terminale con la lenza madre tramite un wind-on.
Il sistema non perde di morbidezza e soprattutto si può recuperare tutta la lenza in bobine. Meglio ancora se la connessione viene fatta direttamente congiungendo sia il terminale che la madre con un unico spezzone di dacron.
Se ne ottiene un sistema perfettamente lineare ed affidabile e in caso di cambio del terminale, il lavoro è solo apparentemente più laborioso.
Per contribuire alla naturalezza di presentazione abbiamo da tempo sostituito definitivamente il fluor carbon con del nylon di altissima qualità.
Ottimo, tra i tanti, il New Kuro della Yamashita, dicroico e di straordinaria morbidezza, che, al contrario del fluorcarbon, non si opacizza, anche pescando a lungo a profondità elevate e offre una morbidezza veramente unica.
Umberto Simonelli
Foto: Aldo Benucci- Umberto Simonelli