La bella stagione ci riporta a pesca e le battute notturne diventano non solo più confortevoli ma addirittura piacevoli.
E così le spiagge, al calar della notte, si animano del popolo del surfcasting: le sciabolate di luce delle potentissime lampade frontali e il vociare rompono la tranquillità serale e spesso i fasci luminosi arrivano anche sulla superficie del mare illuminandola a giorno.
Ora sorge una domanda: ma luce e rumore possono arrivare ad infastidire i pesci a ridosso della battigia?
E’ possibile che le nostre prede percepiscano l’attività in spiaggia e si generi così in una azione di disturbo per i pinnuti?
Il fatto che l’attività in prossimità dello specchio d’acqua possa essere percepita dai pesci è una certezza, documentata da vari esperimenti effettuati, sia in acqua dolce, che in mare, sia dalla barca che da terra.
Alcuni pesci, come l’occhiata o la spigola, sono tra i più diffidenti, in condizioni di rumore o di luce anomala.
Sembra che i pesci siano in grado di discernere perfettamente i suoni discriminando il rumore provocato dai sassi durante una mareggiata, rispetto al rumore di un piombo lanciato, che batte sul fondo.
Nell’elemento acqua la propagazione dei rumori è maggiore rispetto a quella nell’aria.
Nella pesca dalla barca è stato verificato che i suoni generati a bordo corrono lungo il multifibra e diventano percepibili in profondità.
Per ciò che riguarda la luce il disturbo è facilmente intuibile: alcuni abitanti del mare ne sono attratti, mentre altri la evitano e i flash di luce improvvisi proiettati sulla superficie sono percepiti dai pinnuti come eventi innaturali.
Sicuramente sono da evitare tanto i fasci di luce sparati in mare alla cieca, quanto il rumore in riva al mare.
Abbiamo visto pescatori restare accovacciati ed in silenzio tutta la notte, mentre pescavano nel sotto riva, ben defilati dalle zone più animate e la differenza è stata evidente.