Traina abissale
E’ possibile pescare a traina, con esche vive o morte, a profondità molto elevate oltre gli ottanta e fino ai cento metri ed oltre? Come ci si deve attrezzare e che prede potremo incontrare?
La traina profonda, anzi abissale non è una novità e non è impossibile anzi, con le dovute metodiche, può portare risultati davvero interessanti. Pensiamo che oltre oceano è una tecnica consolidata per insidiare in acque veramente profonde gli “swordfish”, ovvero i pesci spada.
Nelle nostre acque non è difficile incontrare spot potenzialmente molto interessanti alla soglia dei cento metri e anche qualche metro più giù. Su fondali misti di roccia e fango, è possibile incontrare moltissimi predatori, soprattutto nei mesi invernali. Infatti molti pesci, nei mesi freddi, preferiscono stazionare su fondali molto profondi che presentano temperature omogenee.
Le prede classiche saranno dentici, pagri, cernie di fondale e corazzieri; ma ci è capitato anche di allamare grandi palamite in caccia sul fondo. Insomma, gli alti fondali, nei momenti giusti e nelle giuste condizioni, possono essere veramente molto generosi.
I dentici sono abituali frequentatori degli altissimi fondali, più di quanto non si pensi …
Per permetterci fondali così profondi dovremo poter pescare in condizioni ben precise, perché la difficoltà aumenta in modo esponenziale con la profondità e tenere esche in movimento sul fondo non è agevole.
Soprattutto, dovremo contare su velocità di traina molto basse, viste le grandi quantità di lenza che dovremo filare in acqua, e su canne capaci di conservare un’ottima sensibilità pur sostenendo piombi guardiani che peseranno 500, 750 ed anche 1000 gr. Sarà indispensabile avere un multifibra di diametro contenuto ma tra le 40 e le 50 lb. per avere meno attrito in acqua e, comunque, un buon carico di rottura.
Sarà necessaria molta perizia sia nella conduzione della barca che nella gestione vera e propria dell’azione di pesca. Il complesso pescante sarà piuttosto contenuto e non sarà più lungo di 5/7 metri, perché dimensioni maggiori sarebbero difficili da gestire con rischio di incaglio, ma soprattutto di scarso controllo dell’esca.
Esche consigliate sono sicuramente i cefalopodi, indistintamente vivi o morti. I pesci soffrirebbero lo sbalzo di temperatura rischiando di morire. In ultimo, è ovvio dire che è indispensabile un ottimo scandaglio ed un eccellente gps per calibrare passate mirate.
La traina profonda con le esche vive è una realtà possibile, tutta da esplorare dove però perizia e esperienza della tecnica sono elementi determinanti.
Umberto Simonelli