di Stefano Vinci
Sicuramente vi chiederete: ma cosa ci farà mai la foto di una Sandra su un magazine di pesca in mare? …
Ebbene ecco svelato il mistero. A volte, l’acqua dolce può essere un ottimo surrogato del mare quando non si vuole rinunciare al brivido di uno strike e soprattutto se si vogliono mettere a punto tecniche e artificiali ideali per la grande regina dei mari, Sua Maestà la Spigola.
Perché, quando il tempo e il mare non consentono, noi ci teniamo in allenamento così ….
Infatti la Sandra, o Lucioperca come anche viene chiamato questo pesce, è un predatore del tutto simile alla spigola con abitudini e modalità di caccia quasi sovrapponibili. Un’ottima palestra dove mettere a punto alla perfezione la nostra azione di pesca.
Oltre all’atteggiamento anche l’aspetto della spigola è simile alla sandra
Le spigole, come i lucioperca, sono predatori notturni o crepuscolari e in ambiente fluviale, pur stazionando in prossimità del mare, cacciano in habitat molto simili a quelli delle sandre, nome con cui i pescatori romani chiamano questi pesci d’acqua dolce.
Gli esemplari di taglia sono molto aggressivi e sottolineiamo che le abitudini predatorie e le reazioni dopo lo strike sono a dir poco uguali.
Noi abbiamo provato questo “urban fishing” nelle acque del Tevere e vogliamo condividere con i nostri lettori le nostre esperienze.
Dove e come
Le sandre “sembrano” spigole di acqua dolce: predano con la stessa strategia e amano stazionare su fondali molto simili
Durante l’azione di pesca al lucioperca le strategie sono straordinariamente simili a quelle in uso per insidiare le grosse spigole in prossimità della foce; si dovrà andare a cercare lungo il fiume buche e rocce dove questi predatori sono soliti sostare al riparo dalla corrente, pronti a sferrare fulminei attacchi ai pesci foraggio in movimento.
Il pescatore dovrà, quindi, spostarsi continuamente alla ricerca del substrato giusto dove lanciare i suoi artificiali con determinazione, provando in orari e condizioni differenti, cercando di intuire l’influenza che hanno luna e maree e sperimentando in condizioni meteorologiche diverse.
Questa ricerca dinamica rende la pesca a spinning una vera e propria caccia.
I segreti delle esche
Gli artificiali più adatti sono quelli muniti di una grande paletta, che consente loro, anche in brevi percorsi, di affondare notevolmente, con un nuoto molto attrattivo.
Per poter arrivare ai margini di buche e gradini e per emettere vibrazioni sul fondale che richiamino i predatori, ci serviremo di artificiali affondanti: hardbait di dimensioni e peso differenti, in funzione delle correnti e delle profondità da raggiungere.
È importante, però, effettuare delle piccole modifiche alle nostre esche; infatti, è bene che le normali ancorette vengano sostituite da ami singoli in quanto, nell’ambiente fluviale come nel sottocosta, è facile incagliare.
Il mono amo rivolto con la parte curva verso la direzione del nuoto, scivola sulle afferrature, limitando di molto arroccamenti fatali per l’artificiale.Un altro aspetto importante, pescando prevalentemente in acque torbide, sono le vibrazioni che le esche sono in grado di emettere.
Come tutti sappiamo, uno degli organi sensoriali più sviluppati nei pesci è la linea laterale, cosa che ci farà prediligere artificiali dotati di rattling.
La forza della gomma
La gomma è davvero un’esca universale, gradita dalla maggior parte dei predatori, tanto in mare che in acque interne
Senza alcun dubbio i siliconici, accuratamente piombati, sono il tipo di esca più usato oltre che per la grande versatilità, anche per il loro potere attrattivo dovuto alla sinuosità del movimento e al particolare tipo di vibrazioni emesse durante il nuoto, molto più simili a quelle di un pesciolino vero.
La piombatura deve essere molto accurata, per garantire un buon affondamento ma senza incorrere nell’incaglio sul fondo
Anche nell’uso di queste esche, in base alla corrente e alla profondità da raggiungere, sarà necessario piombarle con la massima cura: dovranno saltellare tra le rocce senza incagliarsi e dovremo avere testine piombate di diverse grammature armate con shad siliconici di dimensioni adeguate.
L’importanza dei colori
Questo lucio perca, catturato quasi al buio, è rimasto sedotto da un’esca bianca: i colori sono importanti ma la loro attrattività varia secondo le condizioni ambientali e l’umore dei pesci
Per quanto riguarda le colorazioni delle esche, non vi sono regole precise se non quelle da “manuale” che consigliano di usare colori chiari se l’acqua è molto torbida e colori più scuri in acque limpide.
Ma ogni spot e ogni condizione hanno le proprie regole e quindi la sperimentazione resta una delle soluzioni migliori, sebbene sia vero anche che abbiamo pescato lucioperca e spigole con moltissime colorazioni.
Quando
In mare le condizioni mutano velocemente e fare statistiche accurate richiede molte uscite.
Nel fiume, magari sotto casa, è possibile fare sessioni di pesca con molta continuità, testando il nuoto delle esche e le tecniche di lancio.
Il periodo migliore per pescare le sandre è il momento che precede quello dell’accoppiamento e, comunque, prima che le acque superino i 12°C, temperatura che fa scattare la frega vera e propria, durante la quale è bene non pescare in quanto le femmine, piene di uova, sono molto delicate e quelle che hanno già deposto nel momento in cui vengono pescate lasciano incustodito il nido compromettendo la sorte dei nascituri.
Neanche a farlo apposta, i momenti migliori per questa pesca sono gli stessi per lo spinning in genere e per la spigola in particolare: alba e tramonto. Però attenzione! per pescare in acque interne bisogna essere dotati della licenza e ricordare che la pesca è vietata un’ora dopo il tramonto e un’ora prima dell’alba.
E dopo tanta palestra .. pronti a confrontarci con le big del mare !
E allora, dopo aver affinato la tecnica ed esserci tenuti in forma con i voraci lucioperca, non ci rimarrà che aspettare le giuste condizioni per tornare alle più nobili regine con maggiore esperienza e ancor più caricati.