La rivincita dei piccoli : i pin’s minnow, artificiali micidiali ..
Di Umberto Simonelli
Con il riscaldamento delle acque e l’allungamento del fotoperiodo della primavera, tutto il mondo marino entra in fermento e uno degli ambiti in cui questo fenomeno si evidenza in modo importante è proprio la fascia d’acqua costiera.
Si innesca, così, una catena alimentare che richiama tutte le famiglie di predatori, dai piccoli pelagici come i tunnidi, le palamite, gli sgombri, le cavalle, le lecce stella, gli alletterati, le aguglie, fino a quelli erratici come i sugheri, le occhiate, i lucci di mare, i barracuda ed altri, che iniziano a frequentare le acque prossime alla costa o le batimetriche più basse a ridosso delle rocce a picco o delle assommate delle secche.
Punto di partenza
Nulla di più vero del fatto che pesce grande mangia pesce piccolo; è, ovviamente un fatto di proporzioni. Ma, nel caso della fauna costiera, è proprio la presenza di foraggio che innesca tanta attività. La schiusa di uova con la forte presenza di larve di pesci, di piccole alici e questa “forza vitale allo stato nascente” è l’incipit della catena alimentare che muove i cicli vitali dei pinnuti. Ed è proprio nella misure di prede e predatori che andremo a ricercare la capacità catturante delle nostre esche.
La capacità catturante delle piccole esche è davvero sorprendente …
Piccolo è bello
Che la capacità catturante dei piccoli artificiali sia davvero tanta lo dimostra in prima battuta la pratica agonistica che, di regola, per far carniere insidia le specie più presenti come i piccoli pelagici e soprattutto i sugheri. E la pratica agonistica, in questa situazione, rappresenta un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e di ricerca degli artificiali più catturanti, in grado di garantire strike a ripetizione. Infatti, nelle competizioni, una delle strategie più importanti, dopo aver trovato i branchi di pesce, è quella di procedere con una azione di pesca incisiva e soprattutto veloce per sfruttare al meglio le opportunità del momento. E, come dicevamo, qui le esche piccole fanno la differenza: imitative quindi del foraggio presente, non solo nelle livree ma soprattutto nelle dimensioni, con tutte le varianti possibili, fino ad arrivare ad artificiali assolutamente di fantasia.
Assetto di pesca
Le piccole canne leggere, da spinning, magnificano le azioni delle nostre “mini esche”, perché con la grande flessibilità ne esaltano il movimento in acqua
Come è nelle nostre abitudini, prima di entrare nel merito degli artificiali, è bene descrivere l’assetto di pesca che andremo ad assumere e, soprattutto, le attrezzature che saranno necessarie. Le protagoniste assolute saranno le canne, leggere e sensibili, capaci però di un’azione anche potente, se serve. Parliamo di canne da spinning, che riassumono proprio queste caratteristiche. Ci orienteremo su attrezzi con un casting di 60 gr. con lunghezza intorno ai tre metri, equipaggiate di muli del 4000-5000 caricati con nylon dello 0,22 a cui applicheremo, con la solita girella tripla, un terminalino di circa 180 cm del 0,19 – 0,20 a seconda delle prede. Un piccolo moschettone da spinning, ideale per la connessione dei piccoli artificiali, completerà il tutto. Non mancheranno a bordo piombi a sgancio rapido, dai 50 ai 100 gr., per garantirci, ove serva, la possibilità di affondare.
I protagonisti
Oltre ad essere molto catturanti, i pin’s sono bellissimi da vedere, nelle loro incedibili cromie. Però la qualità non va trascurata, perché di rado i modelli economici mantengono un assetto corretto in acqua
Il loro nome è Pin’s minnow, piccoli ma perfetti artificiali della misura compresa tra i 5 e i 7 cm, prodotti nelle livree classiche ed anche con colorazioni molto particolari, olografiche e specchiate, dalla grande visibilità. Equipaggiati di microscopiche ancorette, queste micro esche, se di buona qualità e non economiche imitazioni, nuotano benissimo anche a velocità più consone ai loro fratelli maggiori; il range di velocità consigliata, comunque, è compresa tra i 2,5-3,8 nodi. Il pesciolino deve essere libero di nuotare ed anche un terminale troppo spesso può turbarne il nuoto. Pertanto, sarà bene filarlo in acqua per due o tre metri e verificarne l’andatura che dovrà essere stabile ma frenetica.
Anche nelle piccole esche i colori che funzionano sono gli stessi di quelle più grandi: ideali il giallo verde, lo sgombrato, il giallo fluo, l’arancio, il rosa, il viola, l’argento, il blu, il classico testa rossa, il bianco perlato con striature rosa …
Dovremo averne molti, con un’ampia scelta cromatica, per soddisfare i gusti del momento delle nostre prede: ci accorgeremo, infatti, che ci saranno colori molto catturanti ed altri meno a seconda delle condizioni del mare, del cielo e dei pesci presenti. Queste situazioni, però, possono cambiare e sarà bene, ad ogni modo, approvvigionare più di un pezzo per quelle esche più gettonate.
I piccoli catturano forte! Neanche le sospettose palamite resistono!
Micidiali gommosi
Oltre ai pin’s esistono delle esche siliconiche, rubate allo spinning in acque interne, che, usate in mare, hanno collezionato effetti a volte devastanti. Parliamo delle anguilline, dei warms, dei falcetti e dei pesciolini di gomma montati su testine piombate.
Gli artificiali siliconici sfruttano, per la loro attrattività, la grande flessibilità del materiale che riesce ad imitare quella delle esche naturali
Le velocità di traina saranno molto più lente, dal nodo ai due e mezzo a seconda della capacità delle esche di tenere la velocità, ma l’effetto sarà sorprendente, grazie alle proprietà di movimento dei materiali siliconici. Malgrado le differenze velocistiche delle due esche, usando minnows piccoli con paletta di dimensioni ridotte sarà possibile mettere in mare anche quattro o cinque canne, con i siliconici lontani da poppa 40-50 mt e i minnows più laterali su portacanna divergenti, una decina di metri più vicino. L’effetto vi sorprenderà …
Tra le piccole esche, però, non c’è da trascurare la versione mini dei bubble e dei soft head …