Corsa verso l’abisso: insidia alle prede profonde
Di Umberto Simonelli
E’ proprio l’inverno il periodo migliore per insidiare le prede del profondo, quei pesci che vivono nell’abisso, dove luce e calore non arrivano, dove l’acqua non cambia mai di temperatura, le correnti possono essere fortissime e la lotta per la vita è una sfida continua.
Parleremo di una pesca che, a pieno titolo, possiamo definire abissale, dove i fondali da raggiungere andranno anche oltre i 600 metri, dove tecnologia, sapienza nautica ed alieutica si devono fondere per raggiungere obiettivi ambiziosi. Una sfida che può dare molte incredibili soddisfazioni.
Un gioco lontano
Una delle problematiche di questa pesca, che per molti rappresenta anche un limite, è la lontananza delle poste. Infatti, salvo alcune eccezioni, rappresentate dalle coste liguri, calabre e di pochi altri spot, le batimetriche di pesca sono molto lontane dalla costa.
Le doti di navigazione devono essere più che eccellenti per far fronte a imprevisti cambiamenti del mare e lunghe navigazioni
Quindi, le barche che possono dedicarsi a questa pesca sono solo quelle capaci di affrontare navigazioni lunghe ed impegnative, con prerogative di velocità e tenuta al mare molto buone.
Dotazioni di bordo
Profondità molto impegnative per scandagli senza compromessi!
Premessa la indiscussa sicurezza di navigazione, la barca deve essere equipaggiata di un cartografico molto efficiente e, soprattutto, di uno scandaglio di provata funzionalità, cosa che sta a significare la necessità di uno strumento con una potenza efficace di almeno 600W, meglio se di 1000, con un trasduttore adeguato e montato in modo ineccepibile. Usando muli elettrici, sarà importante poter usufruire di punti di alimentazione a 12v, capaci di erogare un bel po’ di ampere; vale a dire che dovremo avere delle belle batterie o pescare con il motore in moto per tutto il tempo. Perché, se i pesci collaborano, di corrente se ne consuma molta e rischiare di non ripartire non è una buona idea.
Quel che serve
La tipologia di canna è una scelta personale, ma devono essere condizioni irrinunciabili robustezza, potenza e capacità di segnalare le tocche
Poiché l’attrezzatura, una volta acquistata, ci seguirà nel tempo e alla fine il suo costo non supera di molto quello di una ottima attrezzatura da tonno, sarà bene orientarci su prodotti noti e, come al solito, le cineserie andranno lasciate là dove sono. Quindi, come diceva il nonno, è meglio affogare nel mare grande, acquistando attrezzi di provata qualità. Anche le canne dovrete sceglierle tra le migliori, tanto vogliate usare quelle con anelli piuttosto che con carrucole. Qui la scelta è ampia, lasciando alle abitudini personali la preferenza di canne lunghe piuttosto che corte, anellate o carrucolate.
Il pezzo forte
I mulinelli devono essere di qualità e affidabilità garantita, un guasto con una preda profonda in canna può essere un problema
Il mulinello è il pezzo più importante dell’attrezzatura e dovrà possedere alcune peculiarità indispensabili: in primis la capienza della bobina, che dovrà accogliere una bella quantità di multi-fibre almeno da 80lb, per raggiungere anche i 600 e più metri. Non sono moltissime le case che distribuiscono muli elettrici e sicuramente, tra i migliori, possiamo citare i Kristal Fishing, i Command della Mija, la famiglia DendouMaru della Shimano e i Daiwa. Il consiglio è di preferire leggerezza, capienza e affidabilità, mettendo in secondo piano le varie sofisticherie elettroniche.
I terminali
Qui non andremo per il sottile, perché arroccare è facile e le bocche di alcuni pesci, come gli sciabola, i naselli o le cernie sono in grado di rompere terminali di tutto rispetto. Esistono prodotti già pronti che, come al solito, dovranno essere verificati, perché non tutti sono all’altezza. Spesso l’autocostruzione è la soluzione migliore. La geometria di costruzione è classica, a non più di 6 ami, possibilmente circle, con braccioli medio-corti e soprattutto in grado di ruotare su se stessi e sul piano orizzontale, con pochi attriti.
Soprattutto con catture multiple, le forze che sollecitano i terminali sono elevatissime e gli snodi devono funzionare
Ciò è indispensabile, perché per calare e salpare ci vuole moltissimo tempo, a volte anche 15/20 minuti a tratta; e durante questi lunghi voli esche e pesci sbandierano vorticosamente, con il rischio di staccarsi le une e slamarsi gli altri. Quindi, sono indispensabili snodi scorrevoli e moschettoni di aggancio robusti. Le zavorre saranno importanti, anche oltre il kg, e sarà bene che vengano applicate al terminale con fili più sottili, in grado di rompersi per scongiurare irrisolvibili incagli.
Gli accessori
Oltre alla minuteria, come girelle e moschettoni, che dovranno essere di elevata robustezza, per confrontarsi con le situazioni veramente impegnative degli alti fondali, non potrà mancare qualche luce di profondità, indispensabile per richiamare specie molto sensibili alle sorgenti luminose come le cernie.
Esche & prede
Il bolentino di profondità può offrire sorprese impensabili e regalare bellissime prede come questo nasello … non solo occhioni
La sarda è la protagonista di questa pesca: intera o a tranci e assicurata agli ami con qualche giro di filo elastico, riuscirà a sedurre gli abitanti del profondo. Eccellenti anche i tranci di calamaro o i graditissimi cappellotti, come i tentacoli di polpo sbiancati. Queste prelibatezze attireranno gli occhioni, le prede per antonomasia del bolentino di profondità, i naselli, i sugheri di profondità, le cernie, le gallinelle, gli scorfani e molte altre specie.