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Pesce visto … pesce preso ?

A cura della Redazione

La tecnologia fish finder ha raggiunto livelli davvero straordinari.

Prestazioni Impensabili fino ad una manciata di anni fa, quando lo scandaglio scrivente era una risorsa per pochi, retaggio solo dei professionisti.

Non è ancora del tutto scomparso il ricordo dell’uso delle mire a terra che ci ritroviamo con strumenti in grado di darci rappresentazioni grafiche, quasi imbarazzanti, per il loro realismo.

Certamente il gap è percepito maggiormente da chi ha vissuto tutta l’evoluzione degli scandagli e che ha quindi la capacità di confrontare l’esperienza dei tempi passati con i risultati odierni.

Oggi, in effetti, prestazioni e caratteristiche delle attuali strumentazioni consentono un approccio alla pesca e alla ricerca delle prede  completamente diverso da come accadeva in passato  e apparentemente più semplice.

Diciamo apparentemente perché,  vedere con lo scandaglio un pesce non è una garanzia di cattura, oltre al fatto che non si può vedere quel che non è visibile ..

Certamente individuare la preda offre  buoni vantaggi, ma i pesci non hanno cambiato abitudini e continuano ad avere ancora il brutto vizio  di non volersi far pescare;  oltre al fatto che hanno ulteriormente affinato le strategie per riuscirci.

Questa osservazione non vuole ovviamente sminuire, ne sottovalutare le qualità tecniche degli attuali fishfinder, anzi al contrario.

 

Un bel pesce così, è il frutto di un buon coordinamento tra tecnologia e capacità alieutica

 

Ci poniamo come scopo, soprattutto per i nuovi pescatori, quello di poterne ottimizzare ancor di più l’uso, attraverso le analisi di alcune considerazioni.

Di fatto, da solo, lo scandaglio non basta e la consapevolezza di quel che accade sotto la nostra barca può fare la differenza.

Soprattutto per coloro che pensano che nello scandaglio all’ultima moda, possano essere riposte le aspettative inerenti la realizzazione di una buona giornata di pesca.

Vedere i pesci

Qualunque tipo di scandaglio, di qualsiasi prezzo e tipologia, basa i suoi principi di funzionamento sulle leggi dell’acustica e da quando è stato “inventato” il primo eco, , non è ancora successo che sia stato possibile vedere pesci che non ci sono o che sono lontani o coperti dagli scogli.

Certamente oggi la tecnologia ha fatto miracoli mettendo a punto scandagli mirati per la ricerca dei pesci con trasduttori capaci di sondare porzioni di fondo molto ampie e addirittura anche quasi a vedere in 3D.

Infatti se possiamo tentare un grossolano paragone, lo scandaglio è un pò come il faro di una torcia nel buio più completo e, per quanto ampio e intenso possa essere il cono di luce, la visione sarà limitata a quel volume conico che si origina dal fuoco della parabola e si irradia fin che è possibile.

E’ una visione, a pensarci bene, molto parziale del fondo, che ne svela porzioni limitate e non sempre facilmente intuibili.

 

I calamari sono un’altra ossessione per i pescatori e la loro visualizzazione non è sempre semplice se non viene confermata dalle catture

 

E quindi sarà visibile solo ciò che transiterà sotto/intorno la barca e che incroceremo con il fascio acustico del trasduttore, pesci in primis.

Ma a quanti sarà capitato uno strike senza aver visto nulla sul monitor?

Nella nostra esperienza,  il più delle volte,  gli attacchi sono arrivati non visti e inaspettati.

Se bastasse vedere un pesce per prenderlo andrebbero a farsi benedire tutte le logiche sulle lunghezze dei terminali e compagnia cantando …

Però è anche vero che “organizzare l’incontro” tra pesce ed esca con maggior precisione, facendo si che il predatore non possa non accorgesi dell’esca, non è cosa da poco e qualche opportunità in più la offre.

Quel che importa

Una cosa importante che secondo noi rimane fondamentale è la capacità di un buon fish finder di farci percepire la natura del fondo e quel che c’è… foraggio, natura del sub strato .. e mille altri particolari importanti per le nostre indagini.

Il cercatore di funghi, non trova i funghi, ne il cacciatore di beccacce le vede fisicamente; ma quel che fa la differenza   è la capacità di trovare la zona, “lo spot”  dove  è più alta la probabilità che vi crescano funghi o vi pascolino le beccacce.

Per noi è quasi la stessa cosa; certamente un pesce in caccia, catturato dal nostro eco ci consentirà di ottimizzare il tiro; ma sta di fatto che nella maggioranza dei casi uno strike è un pò come un matrimonio: non sarà mai il pescatore a decidere; lui forse potrà solo aumentarne le possibilità, ma l’ultima parola sappiamo di chi è.

Perdonate le battute, sperando che le signore non ce ne vogliano, ma una verisimiglianza tra i pesci e il gentil sesso, in questo caso, ci sta tutta.

 

Questo tipo di visualizzazione offre l’opportunità di vedere “realmente” il fondo

 

Tornando alla visibilità della natura dei fondali, sicuramente le innovazioni attuali che consentono la visione laterale e sotto lo scafo, offrono degli ecogrammi mozzafiato, che ci mostrano gli ostacoli e le variazioni di fondale come una reale visione.

Questo ci offre opportunità incredibili per ottimizzare le azioni di pesca rispetto alla conformazione del fondale e al posizionamento dei pesci aumentando le opportunità di uno strike.

Anche la funzione chirp, grazie all’emissione di una multi-frequenza, permette la riproduzione di ecogrammi dettagliatissimi consentendo di discriminare i target in modo fin’ora impossibile con le tecnologie precedenti.

 

 

Gli apparati di nuova generazione, offrono una gamma completa di funzionalità che consente una “investigazione” sul fondo che ne svela tutti i segreti

 

Riconoscere i pesci

Non potevamo non toccare questo argomento.

Molti, trascinati dall’affannosa ricerca di prede a cui far piacere le esche, si domandano come la marca  Y, a dispetto della marca Z faccia vedere un pesce piuttosto che un altro.

La rappresentazione di un target dipende dai settaggi impostati, ma poichè tutti gli echi dipendendo dalle leggi della fisica le visualizzazioni di base, hanno un comun denominatore che le rende più o meno simili

I software di gestione possono personalizzare la trasposizione grafica, ma un pesce che attraversa diametralmente il cono farà sempre un arco e quello che lo fa lateralmente genererà un trattino più o meno orizzontale, con in mezzo tutte le variabili del caso .

La possibilità di riconoscere il pesce in funzione dell’ecogramma sarà una conseguenza dell’esperienza congiunta tra immagine e catture.

Succederà che  con l’esperienza, la conoscenza dei luoghi e dei pesci che li frequentano, impareremo a capire con cosa ci confrontiamo.

 

Ecco un’ecogramma che farebbe sobbalzare il cuore ad ogni pescatore, ma ….. 

solo la cattura ha svelato i veri “autori” delle tracce; i balestra sono pesci con struttura muscolare molto densa che producono eco simili a prede più grandi

 

Perchè taglia, densità e soprattutto il nuoto del pesce faranno si che si generino ecogrammi in qualche modo caratteristici di una specie , ma se una grande ricciola deciderà di comportarsi come un tonno sarà difficile accorgersene; e solo se abboccherà, oltre ad essere una sorpresa in più, andrà ad arricchire il nostro data base.

Concludendo

Tornando al quesito di partenza possiamo concludere che il ratio di strike  può aumentare soprattutto se lo strumento viene utilizzato come elemento di indagine, ovvero un sistema di diagnosi strumentale che completa e rafforza, per dirla in termini medici, quella clinica…

Insomma l’esperienza è fondamentale e farà di ogni strumento anche il meno evoluto un aiuto micidiale.

Almeno questo è il frutto della nostra esperienza.