di Dario Limone
Il fluorocarbon da tempo è uno dei più usati per il confezionamento dei finali.
Ha delle caratteristiche molto particolari, che possono essere sfruttate in diverse condizioni di pesca per ottimizzare l’efficacia dei terminali.
Esaltarlo però come la soluzione magica per catturare più pesci è solo una convinzione, che secondo la nostra esperienza va un po’ rivista.
Il caro buon vecchio nylon, soprattutto di qualità, rimane molto spesso una soluzione valida .
Cerchiamo quindi, insieme, di aprire un focus sull’argomento “fluor carbon” per capire in autonomia, con un percorso ragionato, pregi e difetti e come massimizzarne i vantaggi.
La ricerca del filo per il terminale perfetto è una strategia da valutare con attenzione rispetto alle qualità tecniche del filato e alle situazioni di uso
Fluor carbon: gli svantaggi
- Costo elevato: il fluorcarbon ha dei costi spesso molto superiori rispetto ad un buon nylon; poi non essendo durevole, soffre l’uso prolungato costringendoci a sostituzioni ripetute, con uno “spreco” che pesa sul portafoglio.
- Carico di rottura: a parità di diametro è solitamente meno resistente a trazione rispetto ad un nylon classico di qualità, cosa che in alcune condizioni di pesca, specialmente usando lenze ultrasottili, può rappresentare un gap non facile da colmare.
- Problemi di tenuta al nodo: anche se spesso le campagne pubblicitarie dicono il contrario, la particolare rigidezza del fluorcarbon, e la sua particolare struttura molecolare, rendono i nodi un elemento ancor più critico di quanto non lo siano con il nylon.
I vantaggi
- Indice di rifrazione: quasi uguale a quello dell’acqua, questa è la sua principale caratteristica. Il nylon in acqua si rende visibile come una linea di luce, ed in acqua bassa, e sole alto, addirittura può emanare riflessi “arcobaleno” per effetto di rifrazione. Il fluorcarbon quindi può rappresentare una valida carta da giocare specialmente di giorno, quando i pesci hanno un approccio a vista dei nostri bocconi.
- Durezza: la composizione del fluorcarbon lo rende resistente alle abrasioni, quindi, i nostri terminali resisteranno meglio all’azione raschiante dei granelli di sabbia spinti dal moto ondoso, saranno meno soggetti a lesione da parte dei granchi, e, in caso di allamate profonde, soffriranno meno l’azione deleteria dell’apparato boccale dei pesci, e questo compensa la minor resistenza a trazione, a parità di diametro, rispetto al nylon.
Nella turbolenza il fluorcarbon regge bene ai grovigli grazie alla sua rigidità
- Maggiore peso specifico: il fluorcarbon tende ad affondare e, abbinato alla assenza di memoria meccanica (quando è nuovo), ci consente di stendere bene i nostri terminali sul fondo, limitando il rischio di ingarbugliamenti in caso di turbolenza.
- Bassa elasticità: un basso coefficiente di estensione, agevola la penetrazione dell’amo nella bocca del pesce, anche se questo può portare a shock improvvisi sui nodi di connessione.
Mormore di giorno, un momento in cui si apprezza a pieno la bassa visibilità del fluorcarbon
Analisi riepilogativa
In una pesca diurna o notturna con la luna, possiamo sfruttare l’indice di rifrazione del fluorocarbon, prossimo a quello dell’acqua, rendendo il terminale ed il trave poco visibili.
Questa condizione favorisce la pesca a galla od a mezz’acqua.
Se sul fondo ci sono i famelici granchi il fluorcabon fa al nostro caso, perchè resiste agli attacchi delle loro chele
L’assenza di memoria e la minore elasticità ci tornano utili o per stendere sul fondo travi e terminali lunghi diversi metri o in condizione di estrema turbolenza; la rigidità del filo riduce gli ingarbugliamenti.
Una soluzione, per superare i rischi della tenuta al nodo, è quella di usare le colle specifiche
La differenza tra i vari fili e le varie marche è importante perché la qualità, dovuta alla percentuale di fluorocarbon presente nel filo, è il segreto della sua funzionalità.
Un buon nylon è preferibile ad un fluor carbon scadente
Personali osservazioni
Se si dovesse porre il quesito rispetto alla scelta in pesca tra l’invisibilità o la leggerezza, sicuramente la leggerezza è la qualità da preferire
Il presentare un anellide, un bivalve ed altro, in modo naturale non trattenuto, fa diminuire la diffidenza dei pesci.
Un test eseguito qualche anno fa consisteva nell’utilizzare lenze di tutti i colori, trasparenti e fluorocarbon, sia di giorno che di notte con la luna, cercando una presentazione dell’esca il più naturale possibile.
Per le specie di superficie, spesso cercate in modo spasmodico durante gli eventi agonistici, le caratteristiche di scarsa visibilità del fluorcarbon possono regalare quel pesce in più che fa la differenza
Il risultato delle catture per la pesca a fondo non ha evidenziato vantaggio alcuno, con una sola lieve differenza per la pesca a galla, inerente solo alcune specie di pesce azzurro.
Quindi… come per ogni cosa, la verità sta nel mezzo.
Il fluorocarbon è un prodotto che porta notevoli vantaggi per precise esigenze, ma non va usato con il solo miraggio dell’invisibilità e, soprattutto, non è, in termini assoluti, una soluzione che può mandare definitivamente in pensione il caro buon vecchio nylon