Tra tutta la terminalistica dedicata al bolentino di medio e basso fondale c’è un calamento particolare denominato “Jolly napoletano” poco conosciuto ma di comprovata efficacia. Com’è fatto e qual è il suo uso di elezione?
Il jolly napoletano nasce per insidiare tutti gli sparidi e, principalmente, quelli che amano attaccare le esche a stretto contatto con il fondo.
La montatura prevede sempre la presenza del bracciolo superiore, altrimenti non sarebbe jolly napoletano ma diventerebbe la così detta “napoletana corta”.
La geometria di costruzione di questo terminale, semplicissimo nella sua realizzazione, è tale per far sì che due ami innescati siano in pesca il più vicino al fondo possibile.
L’amo sottostante il piombo vi si adagia naturalmente, mentre l’amo superiore, grazie all’inclinazione che tutto il complesso assume, lo sfiora in un “tocca e non tocca”.
È preferibile usare questo terminale quando si pesca su rocce uniformi, scadute sul fango, su sabbione o sul macciotto e in tutte quelle poste difficili da gestire con altre tipologie di terminali.
Ma ricordiamo sempre che è un terminale che nasce per pescare a strettissimo contatto col fondo e mai alzato, altrimenti perderebbe tutta la sua ingegnosità.
Le prede più insidiabili sono i pagelli, le orate e i saraghi; le esche che più consigliamo sono paguri, cozze, muriddu, americano, verme di rimini e cannolicchio.
Michele Prezioso