TIPI DA SPIAGGIA
Di Dario Limone
Il mare, si dice, aiuta a diventare uomini migliori! Ed è per questo che un comportamento rispettoso nei confronti della natura e di altri pescatori contribuisce alla crescita degli stessi pescatori. Troppe volte, infatti, ci si trova di fronte a situazioni di disagio per colpa del vicino di “turno” troppo invadente, o si rimane allibiti quando l’arenile è sporco per i rifiuti lasciati dai pescatori stessi.
La spiaggia, a volte sterminata, a volte piccola, diventa il teatro dove ci esibiamo nella nostra passione, in stretta relazione con l’ambiente che ci circonda. Spesso, però, questo spazio, che sembra così sterminato, diventa infinitamente piccolo e soggetto a degrado, se i pescatori non seguono delle regole di base; che non stanno scritte da nessuna parte, ma sono dettate dal buon senso e da principi etici fondamentali.
In spiaggia oramai si trova di tutto. Noi pescatori dovremmo essere i primi ad evitare sporcizia e scempi, perché aggiungere degrado al degrado non fa altro che peggiorare la situazione di un luogo che può essere magico, per suggestività
Pulire la postazione
La foto non è nitidissima, fatta con poca luce. Ma i resti di una bottiglia di birra sulla sabbia sono quanto di più pericoloso. Alcune scatole di esca nei pressi dei vetri rappresentavano la firma inequivocabile di chi aveva lasciato quello schifo
Lasciare la postazione sporca a fine battuta di pesca è quanto di più ignobile un pescatore possa fare. Le scatole di esca e le buste di plastica, sono quanto di più indistruttibili possiamo lasciare in spiaggia: cose scontate di cui non si dovrebbe neanche parlare nel 2018, ma che in realtà non lo sono. Altra cosa che bisognerebbe evitare è quella di gettare a terra o nell’onda eventuali terminali ingarbugliati con ami annessi e residui di innesco, poiché le onde potrebbero rigettarle sulla battigia. La spiaggia, terreno di conquista notturno dei surfcaster, è meta di gente comune, che passeggia, corre, porta bimbi e animali per qualche ora di aria e relax. Imbattersi in un amo, peggio se arrugginito, non è il massimo. Episodi di gente che è finita al pronto soccorso, per l’idiozia di un pescatore, sono all’ordine del giorno.
Distanze di sicurezza
Se riteniamo che quello che è di tutti non è di nessuno, scendiamo in spiaggia come se fossimo i conquistadores. Disponiamo quanto più canne possiamo a distanza siderale l’una l’altra, ed inibiamo lo spot a qualunque altro bipede che decida di scendere a pescare in quel posto. Solitamente, specie in spiagge piccole, è buona regola non eccedere come numero di canne in pesca, lasciando la possibilità di godimento a qualche altro appassionato che magari si è sobbarcato decine di chilometri per praticare anch’egli la propria passione. Altra cosa da tenere in considerazione, se invece ci si dispone accanto a qualcun altro, è la distanza tra i picchetti, stando attenti se il “vicino” ha canne montate con fisso o con rotante.
Il fuoco è piacevole nelle fredde serate invernali, ma è proibito per legge fare falò in spiaggia. In ogni caso, teniamo presente che, se il vento gira, l’odore acre del fumo potrebbe investire pescatori adiacenti alla nostra postazione, provocando notevole fastidio
In quest’ultimo caso la zona di “rispetto” deve aumentare per consentire i lanci laterali e per evitare di accavallare le lenze, poiché è facile svirgolare anche se di poco le traiettorie. Basta poco, affinché si possa stare stretti e arrivare a litigare anche su arenili che sembrano sconfinati.
Taglie minime
Il rilascio di una spigola di ridottissime dimensioni è un investimento nel futuro
Il fatto che la pesca da terra sembra la cenerentola in termini di catture, al cospetto delle discipline dalla barca, non siamo autorizzati a trattenere qualunque essere abbocchi ai nostri ami. Fare incetta di oratelle o spigolotte non rende onore né all’ego, né alla tavola, quindi cerchiamo sempre di rilasciare le prede sottomisura e, soprattutto, slamando con cura gli esemplari che non tratteniamo, liberandoli delicatamente. Sono cose che un pescatore deve sentire dentro, e trasmettere a chi questa sensibilità non l’ha.
Il rilascio di una oratella da parte di un bimbo, durante una manifestazione organizzata dall’associazione “Io Pesco Così”, proprio per educare i bimbi appassionati al rispetto del mare e dei suoi abitanti
Abbiamo provato a sensibilizzare i bimbi verso quest’aspetto, teste libere da pregiudizi, e i risultati sono stati straordinari: i problemi sono con i “papà”, e spesso con le giovani leve avide di risultati, che si sentono padroni di un mondo che in fondo non appartiene loro per niente!